Il gigante Alan Kempster

Alan Kempster si definisce con autoironia mezzo uomo, ma è un gigante. Io e te invece di spendere soldi in puttanate dovremmo dargli una mano e oltre all’#IceBucketChallenge si dovrebbe parlare anche di lui, anzi di loro.

Alan Kempster probabilmente è un nome che non ti dice ancora nulla. Se è così, perdona la presunzione ma sono convinto che non lo sarà dopo aver letto questo post e visto questo video. Alan non è un tizio famoso perché va al Billionaire eppure è già diventato un simbolo: ventitrè anni fa un automobilista ubriaco l’ha investito mentre viaggiava in moto, constringendolo a rinunciare per sempre al braccio e alla gamba destri. Allora Alan Kempster aveva 28 anni ed era un pilota di moto, faceva ciò che voleva fare, inseguiva il suo sogno.

Da allora il suo sogno è cambiato, ma solo perché è diventato più grande: non ha smesso di essere un pilota e in molti hanno raccontato la sua storia di passione e sacrifici, sorridendo sulla sua autoironia che l’ha portato a chiamare il suo fan club “Left Side Story” e a mettere 1/2 come numero di gara.

In questi giorni il nome di Alan Kempster è tornato a fare capolino anche su alcuni articoli marginali della nostra stampa perché lo scorso weekend è stato ospite d’onore alla Di.Di World Cup, la prima gara internazionale dedicata a piloti diversamente abili e organizzata dalla Diversamente Disabili Onlus sul circuito del Mugello.

Vederlo nelle immagini e negli articoli della bella manifestazione mi ha dato un sensazione di forza e di fiducia, mi ha fatto molto piacere. Ma c’è una cosa che devi sapere e che mi fa incazzare di brutto con tutti, anche con me stesso. Come sai bene, andare in moto e gareggiare ha dei costi non indifferenti e le difficoltà, anche economiche, possono crescere per un pilota speciale come Alan. Così l’australiano ha lanciato una campagna di crowdfunding su IndieGoGo per poter gareggiare, ma non ha raggiunto l’obiettivo prefissato, racimolando solo l’11% di quanto necessario.

Questo sì che fa incazzare.

Spendiamo soldi in una marea di puttanate e non ci siamo accorti che potevamo aiutare Alan a continuare a vivere il suo sogno.

Anziché darci secchiate ghiacciate per apparire in video (ricordo che l’#IceBucketChallenge è una bella iniziativa, ma è una penitenza per chi non dona alla ricerca contro la SLA, non un banale tormentone estivo) dovremmo agire di più e concretamente; è fantastico aiutare la ricerca, ma ogni tanto dovremmo pensare anche ad aiutare la vita, su aspetti che magari non ci sembrano così alti e un po’ banali. Almeno io la penso così.

Come pure mi chiedo se non ci sono aziende che hanno la palle di uscire dagli schemi e scegliere come testimonial un uomo con una tale forza.

Alan ci offre una seconda possibilità e ha avviato un’altra CAMPAGNA, SOSTENIAMOLO!

Uomini come Alan Kempster devono essere per noi motociclisti (e non solo) degli esempi di volontà, passione, dedizione e dovremmo trattarli da eroi.

Sulla sua pagina Facebook ci sono i contatti della sua Fondazione, ma li trovi anche nell’immagine qui sotto.

Nel frattempo ti invito anche a scoprire l’attività di Di.Di. Onlus sul sito http://www.diversamentedisabili.it/ Sono dei grandi e meritano tutta la nostra ammirazione.

alan kempster left side story
Alan Kempster sorride in sella alla sua moto.
You May Also Like