Da Jispa al Morey Plan – Ladakh capitolo 3

Dopo il Rohtang pass entriamo finalmente in Ladakh, non senza sorprese anche grazie alle nostre Royal Enfield

Ripartiamo alla volta di Sarchu (4.300 m), altro punto “nevralgico” per chi arriva da sud perché rappresenta il confine con lo stato del Jammu-Kashmir che comprende il Ladakh. La tappa è più semplice e breve, possiamo dunque goderci gli scorci fantastici del passo Baralacha La a 4.915 metri. Iniziamo a renderci conto che non siamo su una montagna qualsiasi, ma siamo su La Montagna, stiamo salendo sul tetto del mondo. Poco prima di Sarchu troviamo un grande altopiano tagliato da un lungo rettilineo sui cui bordi sorgono alcuni campi tendati. Ci fermiamo per la notte e le stelle del nostro hotel di tela non sono tre, quattro o cinque, sono migliaia e ci sembrano incredibilmente vicine.

La sosta è anche l’occasione per dare un’ulteriore occhiata alle nostre Royal Enfield che sin dal primo giorno danno cenni d’inaffidabilità: l’impianto elettrico e la carburazione fanno i capricci e le soste per spegnimenti improvvisi sono un po’ troppo frequenti.

L’ingresso nello stato del Ladakh avviene attraverso un canyon polveroso e rossastro, una gola scavata da un torrente ma incredibilmente arida: più che il far East ci sembra il far West! Dopo i passi NakeeLa (4.739 m) e LachulungLa (5.070 m) sostiamo per un boccone a Pang (4.490 m) e poi ripartiamo battuti dal sole, dal vento e dalla polvere. La strada rotta, solo a tratti asfaltata, s’inerpica e sale su un costone: dopo pochi tornanti possiamo vedere dall’alto le tende di Pang già piccolissime sotto di noi.

Ancora qualche tornante e all’improvviso si apre davanti a noi il Morey Plain, un altopiano d’incredibile bellezza frequentato, pare, soltanto da un gregge di pecore e da due pastori ben felici di accettare i pochi biscotti che ho in tasca. D’improvviso il nostro morale sale alle stelle, Paolo, davanti a me, sembra spiccare il volo sulla sua Royal e tutti istintivamente apriamo le braccia come a voler raccogliere la bellezza struggente che ci circonda. È qui che scopriamo che Aldo ha forato e una parte del gruppo si ferma per la riparazione; gli altri proseguono verso il piccolo lago salato di Tso Kar prima che faccia buio. Io ne approfitto per godermi questo spettacolo e mi sdraio sull’asfalto. (to be continued)

info: www.marcopoloteam.it

foto: marco denicolò

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