Mugello: la MotoGP vista con gli occhi del tifoso Suzuki

Suzuki mi ha invitato ad assistere alla MotoGP al Mugello a un patto: mettermi – letteralmente – nei panni di un loro tifoso.

Il termine tifoso non mi ha mai rappresentato molto devo dire. Da piccino mi chiedevano sempre: “per che squadra tifi?”. Tutti ma proprio tutti eravamo obbligati ad avere una risposta in tasca, pena l’esclusione da buona parte delle discussioni. Guai a dire che non “tenevi” per nessuno, ti guardavano subito storto.
Certo si parlava sempre di calcio e praticamente mai di MotoGP almeno fino ai quattordici anni circa, quando improvvisamente si diventava tutti esperti di motori. A quell’età avevo già iniziato a seguire il motomondiale da un po’, i miei idoli erano Cadalora, Gardner poi Capirossi e il Biaggi degli esordi fino all’avvento del messia di giallo vestito. Non mi attaccavo mai troppo a un personaggio, ero più interessato a tutta la vicenda, al motociclismo in toto. Purtroppo tra i miei amici ero anche l’unico che lo seguiva. Il fatto è che, caratterialmente, non sono mai stato propenso all’estremismo per cui il concetto di tifo non mi appartiene. Sono sempre stato più un osservatore e, come dico sempre, un cantastorie.

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Anche in virtù di questo la proposta che Suzuki ha messo sulla mia scrivania era ghiotta: mettersi letteralmente nei panni di un tifoso della Casa di Hamamatsu e assistere al Gran Premio d’Italia del Mugello nella tribuna dedicata ai “Men In Blue”.

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Armato di t-shirt, cappellino e persino bandierina, mi sono infiltrato al Mugello per godere di un punto di vista che, troppo spesso, chi inizia a vivere il mondo delle moto per mestiere si dimentica: il punto di vista dell’appassionato, del vero tifoso, di chi paga per assistere alla gara, di chi macina chilometri per incitare il proprio idolo. Così li ho macinati anch’io: più di 800 in due giorni perché mica vorrai fare autostrada quando hai lì alcuni dei passi più belli d’Italia?! Futa, Raticosa, Muraglione… e infine lei, la pista, il tempio.

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L’autodromo del Mugello è luogo mitico per tutti gli amanti della MotoGP, non serve certo che te lo dica io. Lo è non solo in quanto pista fantastica e veloce (sul rettilineo la Ducati di Iannone ha toccato i 354,9 km/h!) e non solo perché adagiata sulle colline toscane, lo è perché è stata scenario di imprese entrate nella leggenda del motociclismo in curve il cui solo nome evoca ricordi adrenalinici. Infine lo è perché qui la gente ci viene per una vera e propria festa sregolata, un week-end di follie che fa sembrare Woodstock un’assemblea di chirichetti.
Il Mugello è un appuntamento annuale al quale molti appassionati (e molti presunti tali, ti dirò) non sono disposti a rinunciare. Ma di quest’aspetto ti parlerò più sotto.

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La domenica della MotoGP tricolore

Agghindato a dovere mi mimetizzo subito tra i suzukisti, riconoscibili perché gli unici vestiti di blu in un mare giallo canarino con sporadiche macchie di rosso bolognese. L’organizzazione è da battaglia: parcheggio riservato e staff che distribuisce i gadget. Qualche indicazione lungo la via avrebbe facilitato l’arrivo al parcheggio, ma sono stato fortunato e ho trovato al primo colpo il posto giusto. Altri mi diranno che hanno per un po’ vagato nella campagna di Borgo San Lorenzo, inconvenienti che capitano. Poi via in mezzo al fiume di persone che entra dal noto cancello col grosso casco.
Scambio qualche battuta, voglio capire un po’ lo spirito di questi suzukisti che mi paiono ancora poco aggregati. Il morale è alto: Maverick Vinales ha fatto un tempone e partirà dalla seconda casella, il podio è finalmente alla portata. La GSX-RR Suzuki si sta dimostrando sempre più competitiva con una crescita che sembrava missione impossibile lo scorso anno. I due piloti spagnoli ci danno del gas e finiscono puntualmente alle spalle dei big, quelli che, al netto di cataclismi, occupano stabilmente le prime 5 posizioni e almeno un mondiale se lo sono già messi in archivio.

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Capisco ben presto che chi ha la mia stessa maglietta non è un tifoso sfegatato. Quindi non è un vero e proprio tifoso è più un simpatizzante del marchio. Credo sia normale soprattutto considerando che il rientro di Suzuki in MotoGP è recente e non si è ancora creato quel legame sentimentale che ti porta a incitare a squarciagola un beniamino, come avveniva ai tempi di Schwantz. Forse è anche questo che manca, una figura un po’ forte capace di catalizzare le simpatie. I piloti Suzuki Maverick Vinales e Aleix Espargarò sono competitivi ma non così carismatici. Un rapido sondaggio conferma le mie supposizioni: tra i due è sicuramente Vinales quello che riscuote più successo. Proprio perché un outsider sbucato quasi dal nulla, Maverick ha dalla sua l’effetto sorpresa. Ha solo 21 anni, ha già un titolo mondiale in Moto3 nel 2013 in bacheca ed è veloce. Tanto veloce che Yamaha lo ha già ingaggiato per il prossimo anno al posto del partente Jorge Lorenzo, soffiando così a Suzuki il potenziale idolo. Di certo anche questa notizia raffredda un pochino il tifoso di blu vestito che, sotto sotto, mi confida che anche lui spera che oggi vinca il Vale nazionale. Mi guardo attorno e sono tutti qui per lui. La massa vestita di giallo è impressionante e anche un po’ preoccupante. Rossi smetterà fra due anni, che succederà di tutti questi tifosi cresciuti con lui? In questo week-end toscano si sono superate le 130.000 presenze, mai così tanti ad assistere a una gara di motociclismo qui da noi. Quanti di questi sono realmente appassionati di questo sport? Difficile dirlo. Sicuramente molti, di certo non tutti.

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Di passione ne vedo poca in coloro che bruciano manichini col numero 93 o che fischiano e coprono di insulti irripetibili Jorge Lorenzo il cui talento, al di là della simpatia, non si può discutere. Di certo lo scorso finale di stagione è stato poco cristallino e ha lasciato strascichi ingombranti, ma certe scene me le risparmierei volentieri. Alcuni atteggiamenti andrebbero stigmatizzati dalla stampa ufficiale, dai commentatori Sky e anche dagli stessi protagonisti che, invece, hanno interesse che la vicenda rimanga viva, che la tensione resti alta. I risultati danno loro ragione: la MotoGP è tornata a fare audience e questo, pare, è tutto ciò che conta.

In tribuna Suzuki, intanto, si respira un’aria serena da dì di festa e durante le gare di Moto 3 e Moto 2, non avendo moto in griglia, si partecipa attivamente nell’incitare i piloti italiani. Quando arriva il momento della MotoGP i cuori si dividono: da un lato la tensione per il potenziale podio di Maverick, dall’altro la voglia di vedere sul gradino più alto il 46 giallo.
Ci pensa il semaforo verde a mettere in ordine le priorità: Vinales parte nel peggiore dei modi buttando alle ortiche la splendida qualifica. Al primo passaggio davanti alla tribuna è qualcosa come dodicesimo, un disastro. Il resto della gara si rimette di buona lena e recupera posizioni su posizioni dimostrando di avere la moto giusta per fare bene ma anche di essersi fregato da solo. Alla fine conclude con un buon sesto posto superando anche il compagno Espargarò. Forse era proprio questa la casella a cui era destinato fin dall’inizio vedendo i valori in campo, ma non sapremo mai se, con una partenza di quelle giuste, sarebbe sul serio arrivato a podio.

mugello motogp suzuki tifosi esultano

Tolta questa evenienza anche la tribuna Suzuki guarda con interesse cosa succede là davanti. C’è bagarre tra i due piloti Yamaha, ma Valentino rompe il motore. Di colpo il frastuono del Mugello si trasforma in un silenzio assurdo. Siamo tutti increduli, ma queste sono le corse: può capitare che tu faccia una bella qualifica e poi parti male, oppure che mentre lotti è la tua moto ad abbandonarti. Sono le gare, bellezza.

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Il pubblico sembra aver perso di interesse, si sente qualche petardo e qualche motore in burn out e noto che qualche gruppetto giallo lascia addirittura gli spalti. Trovo la cosa senza senso anche perché il finale di gara è eccitante con Lorenzo e Marquez che battagliano e Iannone, autore di una partenza fallimentare, che risale fino al terzo posto a suon di record. Certo vedere Marquez e Lorenzo che si sportellano all’ultimo giro fino al photofinish rende ancora più inspiegabile la gara di Valençia dello scorso ottobre… E su questo il tifoso di Valentino c’ha pure un po’ ragione – diciamo – a indispettirsi…

Noi suzukisti incitiamo la rimonta di Vinales fino alla fine, ma un po’ di delusione non si può nascondere: partire secondo e finire sesto non coincide con le nostre speranze, anche se il bello delle corse è anche questo. Il campionato è ancora lungo e sono sicuro che prima della fine vedremo quel ventunenne spagnolo sul podio con una Suzuki, siglandone a tutti gli effetti il ritorno tra le grandi protagoniste della MotoGP.

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mugello-motogp-suzuki-folla

Mentre in tanti scendono in pista per la tradizionale invasione pacifica, mi avvio all’uscita. Saluto i miei compagni di giornata e mentre mi incammino lemme lemme nel gregge umano abbandonato a sé stesso dall’organizzazione (ammesso che ce ne fosse una!), guardo cosa resta di questa posto dopo un week-end di eccessi: una discarica. Pattume ovunque, resti di falò, gente sfatta, qualche alterco. In sottofondo i fischi e gli insulti al vincitore.

A quanto pare la maleducazione e l’inciviltà hanno trovato terreno fertile sulle colline del Mugello.

mugello motogp discarica

mugello motogp schifo dopo gara

Buzzoole
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5 comments
  1. Una volta ai GP ci andavano i motociclisti in moto, fiumi di moto, ora nonostante il weekend di sole i bikers erano pochissimi, c’era gente orribile, un livello umano imbarazzante, mio figlio di 8 anni mi ha chiesto di non portarlo mai più perché è pieno di ” schifosi che fanno solo rumore ” , tristi parole.

    1. OK ElFede, sono anch’io piuttosto amareggiato da alcuni personaggi che frequentano il Mugello più che altre gare, però va detto che al parcheggio Suzuki c’era un bel gruppetto di moto e gente simpatica e molte altre ne ho incontrata in giro. Quando siamo usciti eravamo una bella colonna. Non sarà stato un fiume, ma dobbiamo essere onesti e dire che non è neppure tutto marcio. Tra centomila persone mi aspetto che ci sia anche qualche idiota, non per questo sono tutti così. Adoperiamoci invece affinché gli idioti siano sempre meno. Grazie ciao!

      1. Sono d’accordo con i commenti precedenti ma devo aggiungere che rispetto ad altri sport, ad esempio il calcio, l’ambiente è rimasto sicuramente più “genuino” e gli eccessi dei tifosi meno evidenti

        1. Bravo Mauri, impegniamoci a preservare questa genuinità. Devo dire che queste derive ci sono solo in motogp e non nelle altre categorie motociclistiche, e che come dici giustamente tu rappresentano una minoranza! ciao

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