Prendi e vai – Ferro magazine 15

Pensi e ripensi, programmi e cancelli, sogni il momento che non arriva, in cui agirai. Ma per partire basta girare la chiave, la vita è lì che ti aspetta.

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Pochi giorni fa sono stato invitato a una tavola rotonda di un festival. Avrei presentato alcuni globe trotter, gente con le chiappe d’acciaio temprato capaci di stare mesi su due ruote. Ero gasato di ascoltare le loro storie, poterne raccontare le gesta al pubblico e, se possibile, lo ero ancora di più perché appena tornato dal mio secondo viaggio in Vietnam. Insomma, per una volta, avevo qualcosa da dire. Ovviamente nulla in confronto a loro, ma in comune avevamo la consapevolezza che il primo passo per viaggiare è… partire. Detto così sembra una banalità, ma non lo è. Lo abbiamo capito da un pubblico un po’ incredulo non tanto che si potessero compiere queste “imprese”, ma che qualcuno decidesse per davvero di prendere e andare. Sì, dicevamo, la moto è un modo fantastico per andare a scoprire il mondo, ma non era questo ad essere di difficile comprensione. Ciò che meravigliava è la semplicità con cui qualcun’altro cambia strada, lascia una relativa tranquillità per un’avventura più o meno complicata.

Il timore di ciò che di peggio ci potrebbe accadere ci impedisce spesso di godere di ciò che di meglio ci può accadere. Molto spesso però queste paure sono solo ostacoli che ci poniamo noi stessi: ci sembrano insormontabili, ma in realtà sono piccola cosa una volta in viaggio.

Se una cosa la vuoi fare veramente cercherai di farla in ogni modo, se una cosa non la vuoi fare, invece, ne hai pieno diritto, ma dovresti essere onesto con te stesso e riconoscerlo, non nasconderti dietro un “se potessi”. Siamo indulgenti con noi stessi: accampiamo delle scuse per non affrontare le nostre debolezze, tutto qui. La cosa buffa è che quasi sempre sono proprio piccola cosa. Come se per strada ci fermassimo perché incontriamo un piccolo sasso. Non un macigno, ma un sassetto che potremmo agilmente schivare con le ruote o, alla peggio, prendere in mano e gettare oltre il ciglio della strada. Certo anche un piccolo sasso se preso male può farti perdere l’equilibrio, ma forse questo non ti fa più guidare una moto?

Pochi giorni dopo quell’incontro, con un paio di amici, si parlava della famosa “via del sale” in Liguria. Detto, fatto! Siamo partiti senza neppure un’idea di quale fosse la strada giusta, armati solo della voglia di metterci il naso. Nella più totale disorganizzazione non abbiamo fatto il percorso che avremmo desiderato, siamo stati fermati dalla neve, abbiamo sbagliato strada, ma abbiamo passato due giorni fantastici accampandoci in tenda sui monti e cucinando un paio di salsicce sul fuoco. Se ci fossimo fermati a pensare “ma non ho la moto giusta”, “ma non posso prendermi il giorno”, “ma non ho la giacca giusta”, “ma forse fa freddo” non avremmo vissuto dei momenti memorabili che porteremo sempre con noi. La moto è lì che ci aspetta, non ha bisogno di prenotazioni, basta salirci su e girare la chiave. Non è bello così?

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2 comments
  1. Parole sante! Spesso ciò che frega è il voler organizzare tutto al millesimo di secondo. Invece il bello di viaggiare è l’inaspettato che ti attende dietro l’angolo e sono gli imprevisti che ti costringono a cambiare strada! Tuttavia bisogna ammettere che spesso non è facile prendere e partire verso “l’incognito”..

    1. Bravo Giulio. Abbiamo i minuti contati, dobbiamo fare la vacanza, il week-end perfetto da immortalare sui social e così ci siamo ormai persi il gusto di andare per andare. Non è necessario puntare il Sahara per avventurarsi verso l’incognito quando non sappiamo neppure cosa abbiamo dietro casa. Prendi e vai! Ciao

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