Saroléa Manx 7: arriva la versione stradale

Sin da quando nel 2014 ho visto la prima versione della Saroléa Manx 7, costruita per affrontare il TT Zero al Tourist Trophy, ho pensato che fosse una figata. Due motivi principali mi hanno spinto a pensarlo. Il primo è il gusto e l’attenzione stilistica tesi a reinterpretare delle linee classiche ma connotandole nettamente come qualcosa di avveniristico. Per anni in passato da studente del Politecnico mi sono interessato al fenomeno allora nascente del “retro-futurism” design e quello che Serge Rusak e il suo studio sono riusciti a fare con questa moto è a parer mio fantastico. Bellissima ed elegante, evocativa e avveniristica. Inoltra sono riusciti a ben celare anche quegli elementi “di disturbo” tipici di una moto elettrica, come le antiestetiche batterie. Tutto appare curato e ricercato.

saroléa manx versione stradale street legal motoreetto

Il secondo motivo è la ripresa di un marchio del passato o se vogliamo dell’epoca pioneristica del motociclismo per realizzare un prodotto del futuro. La Saroléa Manx 7 porta un nome che è storia ma non è ingombrante, perché il suo heritage affonda in un’epoca ormai talmente lontana da mantenere vivo soltanto un alone di leggenda. Nessuno può fare un confronto diretto con modelli di un passato recente e dal punto di vista del marketing credo sia un’operazione impeccabile.

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Ma passiamo ai fatti di questa nuova Saroléa Manx 7 in versione stradale, che è un vero gioiellino non solo da un punto di vista squisitamente estetico.

Come si apprende dalla pagina del sito dedicata, il telaio è un monoscocca in fibra di carbonio, pregiato materiale con cui è realizzato anche il forcellone e ovviamente anche la carenatura e che consente di contenere il peso in 217 kg (niente male per una lavatrice!). Il motore è un brushless tre fasi abbinato direttamente a una trasmissione finale a catena. Non c’è infatti bisogno di cambio per gestire la bellezza di 163 CV (120 kW) e soprattutto l’abbondante coppia di 450 Nm (!!!) che spinge la Manx 7 a ben 240 km/h dichiarati. La batteria è ovviamente una ioni di Litio da 14 kWh per un’autonomia di circa 230 km (che per esperienza direi verosimile solo a patto di non ruotare mai la manetta oltre un 30%…). La ricarica avviene con un quick charge e promette di avere l’80% in 20 minuti (anche su questo punto sono un pochino scettico e vorrei provare). Però è possibile richiedere in via opzionale due versioni maggiorate di batteria a 18 kWh o a 22 kWh per autonomie rispettivamente di circa 280 km o 330 km.

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Tutta la componentistica è poi di massimo livello: forcella e monoammortizzatore Ohlins, cerchi in alluminio forgiato OZ, freni Beringer Aerotec con l’anteriore ad attacco radiale. Il lotto di produzione previsto dal minuscolo atelier Saroléa è di 20 esemplari per il 2018 ed è possibile prenotare il proprio attraverso il sito internet www.sarolea.com/reservation con un acconto di 5.000 euro. Il listino della Saroléa Manx 7 è ovviamente di quelli importanti ma neppure così fuori di testa per una moto praticamente artigianale: si parte dai 42.975 euro della versione 14 kWh, si passa ai 46.280 euro della 18 kWh per finire ai 48.760 euro della 22 kWh.

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