Sono pronto per il Ladakh?

Manca meno di un mese alla mia avventura in Ladakh / Zanskar. Faccio il punto, non solo sulla mia scarsa forma fisica.

Il 13 agosto ho un volo per Nuova Delhi. Di lì, prima tramite treno e poi con un van, raggiungerò Manali dove mi aspetta una Royal Enfield Classic 500. Non sarò solo: il mio compito è infatti quello di documentare la prima spedizione in Ladakh e Kashmir del Marco Polo Team. Ai 4 centauri veneti (con me 5) questa volta si aggiungeranno altri 7 motociclisti che ne seguiranno le orme sui passi carrozzabili più alti del mondo. Supereremo quota 5.000 metri, attraverseremo questo strano deserto in quota, dormiremo in tenda sui passi… insomma sarà una splendida avventura.

Non siamo i primi o gli unici a fare un viaggio in moto di questo tipo e in queste zone e il Marco Polo Team ha compiuto altre “imprese” giustamente degne di fama ben più clamorose. Tuttavia non sarà una cosa semplice e impiegheremo circa tre settimane per compiere l’itinerario che ci siamo prefissati. Dovremo vedercela con i problemi dell’altitudine e dell’alta montagna, con le lunghe distanze tra un villaggio e l’altro, con la totale assenza degli agi di cui siamo abituati. Abbiamo scelto di andare nel Nord dell’India per mostrare le bellezze incredibili della “terra degli alti passi” (questo significa Ladakh) e dare visibilità e solidarietà a chi vive in questi villaggi isolati per buona parte dell’anno. Grazie a questa missione, infatti, daremo una mano ad Aiuto Allo Zanskar, onlus che si occupa principalmente dell’istruzione infantile.

A meno di un mese dalla partenza mi guardo allo specchio e faccio i conti con una forma fisica da impiegato sessantenne e una lista di attrezzatura utile da portarmi appresso. Sorvolando sulla prima, riporto la seconda pensando che possa far comodo a chi si prepara a un’avventura simile:

  • patente internazionale (occhio che per andare in India ci vuole quella della convenzione di Ginevra del 1949 non quella del 1968)
  • telecamera Canon HD, piccola e fedele compagna, con annessi e connessi (microfono, caricabatterie, filtro protettivo, etc)
  • batterie maxi per telecamera (2)
  • GoPro (2) con attacchi vari: manubrio, casco, treppiede.
  • treppiede… ovvio. Ne porto uno piccolo e leggero che stia nella bisaccia della moto.
  • monopiede (quando si va di fretta è più comodo e poi lo si può usare come una rudimentale steadicam)
  • action mount per GoPro, una chicca che si trova in rete e che permette di attaccare una GoPro praticamente ovunque (costa circa 30€)
  • schede SD come se grandinassero. Una volta c’erano le cassettine, ora le SD da 8 GB o 16 GB. Meglio non prenderle più grandi: se si perde o danneggia così ci rimetti meno soldi e meno girato. Su 16 GB ci stanno comunque 4 ore di girato… se ti pare poco.
  • batteria ausiliare con attacchi USB. Ce ne sono di diverso amperaggio: le migliori arrivano a 12000 mAh e hanno fino a 4 porte USB. Le carichi alla corrente e poi, quando serve, ci attacchi i tuoi devices.
  • netbook da battaglia per backup del video (speriamo che il mio vecchio regga ancora un altro viaggio)
  • buste di plastica, servono sempre: dividono e soprattutto sono impermeabili.
  • zainetto robusto e impermeabile.

Dell’attrezzatura da moticiclista e degli extra parlerò più avanti.

1 comment
  1. Ciao!
    Siccome ci piace cercare rogne, partiamo per l’India del nord a metà febbraio…
    45 giorni a zonzo.
    Secondo te fino a dove potremmo spingerci in moto prima di essere annientati dal freddo?

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