Hice 1.500 km en un fin de semana. Con una moto eléctrica!

Puedes viajar con una moto eléctrica? Para responder, comencé con el objetivo de hacer 1.500 km en un fin de semana. Así es como se fue…

La rete di ricarica in Italia si sta sviluppando, ma com’è oggi viaggiare per davvero con una moto elettrica?

Questa è la domanda a cui ho cercato di rispondere a tre anni di distanza dal mio esperimento di 12 meses y 7000 Uno de los viajes más divertidos que he hecho.

Stavolta ho preso una Energica Eva Esse Esse 9 e sono andato in cerca di risposte su e giù per lo stivale. In un week-end ho percorso 1.500 km da Milano ad Imola, Ancona, Perugia, Todi, Roma e poi una tirata unica autostradale da Roma a Milano.

Si può fare? Sí!

Tutto rosa e fiori? No.

In questo video ti mostro tutta la verità e nient’altro che la verità sul mio #viaggioinelettrico 2022, mentre in questo articolo ti spiego perché l’ho fatto e ti offro ulteriori considerazioni.

Perché l’ho fatto?

Ogni volta che parlo di moto elettriche ed ogni volta che faccio esperimenti di viaggio con una moto elettrica mi attiro sempre molte critiche e, da un lato, lo capisco. Non condivido però l’atteggiamento chiuso di chi attacca solo perché non vuol sentire pronunciare la parola elettrico, solo perché non è una vera moto perché non fa rumore etc etc. Io non la vedo così. L’elettrico è una nuova sfida per la mobilità e anche le moto ne fanno parte. Non credo che nei prossimi 12 anni tutte le moto diventeranno elettriche, ma credo che ci avremo sempre più a che fare e che sarà sempre più divertente.

Detto ciò ho usato per questo esperimento una Energica Eva que, seppur nella sua più recente versione e con una batteria da 21,4 kWh, non è un progetto nuovo ma ha già otto anni sulle spalle. Ciononostante è una moto ancora assolutamente all’avanguardia anche perché ha la possibilità di ricarica in corrente continua alle colonnine Fast, le uniche che ti consentono di coprire una distanza come quella che volevo coprire nel tempo di un week-end.

Ora si può fare

Al tempo in cui è uscita la prima versione di questa moto non sarebbe stato possibile fare in Italia un viaggio come questo. Ti dirò di più: non sarebbe stato possibile neppure due anni fa y, molto probabilmente neppure l’anno scorso. L’infrastruttura di ricarica sta subendo (finalmente) un’accelerazione importante grazie anche alle nuove stazioni di ricarica autostradali di Free To X, partner con il quale ho organizzato questo viaggio e che desidero ringraziare anche perché non mi ha in alcun modo obbligato a ricaricare unicamente alle sue stazioni, de lo contrario.

Il percorso è infatti stato sia autostradale sia extra. Questo perché volevo rispettare le esigenze tipiche di chi viaggia in moto: per noi l’autostrada significa trasferimento, non viaggio.

Però sapere di poter contare su ricariche rapide alle stazioni di servizio autostradali è indubbio che sia una prospettiva rosea per chi vuole muoversi in elettrico anche su due ruote. Specie considerando che le colonnine normalmente si trovano, ¡ay, in zone prive di servizi.

El viaje, y luego, è stato possibile anche grazie al supporto psico-morale del Gruppo Facebook Quelli Che Viaggiano in Elettrico, nel quale si possono trovare numerose domande / risposte e molte esperienze condivise da tanti utilizzatori diversi. Io l’ho trovato molto utile e te lo consiglio.

Morale della favola: sempre meglio, ma ancora

Okay, va bene tutto maalla fine che cosa mi sono portato a casa?

La consapevolezza che viaggiare oggi in Italia in elettrico è sempre più fattibile. Se per chi viaggia in auto è già una scelta praticabile (con tutti i distinguo del caso), per chi viaggia in moto ci sono ancora parecchi sacrifici e limitazioni da considerare. La situazione è decisamente migliore rispetto a poco tempo fa: sono migliorati i prodotti (anche se non di molto, perché erano già ottimi e non c’è necessità di una grande evoluzione per ora) e sta migliorando l’infrastruttura. Tuttavia non possiamo dire di essere nella situazione ideale, e ti spiego perché.

La qualità del tempo

I tempi di ricarica sono e non sono un problema. Non lo sono per una questione meramente quantitativa, ovvero quello che si dice generalmente: “non posso stare fermo due ore… etc”. Calibrando le distanze con le tue soste fisiologiche, con una moto come quella che ho usato io l’alternanza tra periodo guidato e periodo fermo è a vantaggio del primo. In parole povere guidi fino a stancarti, no problem. La questione è invece secondo me qualitativa. Questo perché la sosta genera ancora più stress che riposo. Durante la ricarica dovresti poterti rilassare, attaccare la spina alla moto e staccare la tua.

Invece ti trovi ancora a pasticciare sul telefonino per attivare la ricarica. Quando parte inizi a controllare che effettivamente carichi alla velocità prevista, cosa non scontata perché come spiego nel video il surriscaldamento del pacco batteria ha comportato dei rallentamenti. E quindi ti girano perché avevi previsto 30 minuti e diventano 50 e via così. Non solo: ad eccezione delle stazioni Free To X che si trovano come dicevo nelle aree di servizio autostradale, in genere le colonnine Fast si trovano in zone periferiche quasi andassero nascoste alla vista. Dove ovviamente non c’è nulla da fare, vedere, mangiare

E se piove??? Tranquillo, non prendi la scossa peròti bagni!

In centro città si iniziano a vedere ormai dappertutto le Tipo2, che però non sono rapide come le Fast, ma è sempre meglio di niente. De todos modos, pero, bisogna considerare che si è esposti senza neppure un minimo riparo. Le colonnine sono sempre all’aperto e prive di qualsiasi pensilina. Ho esposto il problema a chi progetta queste stazioni e la risposta è stata pragmatica e un podisarmante: le pensiline arriveranno così come altri servizi all’utente, ma al momento la priorità è mettere giù più colonnine nel minor tempo possibile e se ci mettiamo a richiedere i permessi per la copertura del suolo pubblico nel 2035 siamo ancora quiInsomma ancora una volta in Italia bisogna girare attorno alla burocrazia e alla lentezza del sistema.

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