L’altra sera Husqvarna mi ha invitato a una piacevole e insolita serata, durante la quale si è brindato al lancio commerciale delle nuove Vitpilen y Svartpilen 401 e della Vitpilen 701. Non è uno scioglilingua, non sono mobili dell’Ikea, sono tre moto che inaugurano un nuovo filone per il brand (ma non solo), che lo ridefiniscono e in qualche modo lo riposizionano. E potenzialmente possono fare da apripista anche ad altri. Per tanto tempo Husqvarna con le sue varie vicissitudini industriali e i cambi di proprietà ha lottato per mantenere alto il proprio blasone e lo ha fatto puntando sul settore dove ha sempre fatto meglio, quello del tassello. Più d’una volta si è tentato di allargare la gamma nella direzione dell’asfalto per offrire una risposta a coloro che subivano il fascino del marchio e non del fettucciato, ma con risultati poco soddisfacenti e non sempre a causa del prodotto. In tempi recenti possiamo ripensare alla Nuda 900, una moto originale che non ha goduto della meritata considerazione per vari motivi, non solo di comprensione da parte del mercato. Oggi ci ritroviamo in un altro momento chiave della gloriosa storia di Husqvarna, il debutto sul mercato di una nuova famiglia, di una nuova gamma indicata con “Real Street”. Ma cosa e come sono le Vitpilen e Svartpilen delle quali sentiamo parlare ormai da più di tre anni?
Avanguardia rétro
Ci hanno messo un po’ ad arrivare, va detto. Ma non bisogna neppure ricamarci troppo sù. La prima volta che vedemmo il concept della Vitpilen 401 era il novembre del 2014. Piacque subito e il nuovo direttivo di KTM (che ha preso il controllo di Husqvarna nell’ottobre del 2013) fu spronato da pubblico e stampa a proseguire il progetto. Un anno dopo viene presentato il concept della Vitpilen 701. Altri sorrisi e pacche sulle spalle. Un altro anno e arriva la Svartpilen praticamente pronta per la produzione e un alto concept semicarenato, la Aero. Bien, dai su che ci siamo. Finalmente ad EICMA 2017 le versioni definitive di tutte e tre. Sollievo. Forse erano talmente avanguardiste che s’è dovuto aspettare un pochino affinché fossero riconosciute come tali? Battute a parte la gestazione è stata lunga ma ci ha permesso di meditare di più sulla direzione che il marchio sta prendendo e di trovare subito belle le linee della 701 Enduro. Il progetto delle “Real Street” si pone, cito dal comunicato, come una “nuova via d’accesso alla cultura motociclistica". L’intento è quello di unire tecnologia moderna alla semplicità di una volta per creare un nuovo segmento motociclistico “aperto”, ovvero accogliente, non specifico, concentrato su passione e piacere di guida e non su scelte predeterminate.
La volontà è di liberare il motociclista moderno da stereotipi di genere. Éste, en mi opinión, è il primo motivo per cui le Vitpilen e Svartpilen sono una figata: sono trasversali e se ne fregano di accondiscendere un filone preesistente. Il secondo motivo è che sono ostentatamente semplici, ma non sempliciotte, la qualità si vede nella componentistica e in ogni scelta tanto da avvicinarsi a un prodotto artigianale. Il terzo motivo è che sono leggere e maneggevoli quindi non spaventano il neofita ma non annoiano l’esperto che anzi… Inoltre sono accessibili sotto ogni punto di vista, sia di guida, di fruizione, di mantenimento e di acquisto. Infine l’ultimo motivo è squisitamente una speculazione da ex designer in erba: sono minimaliste, ma si possono trascorrere delle ore a scovare e apprezzare i tantissimi dettagli di design.
5 motivi per i quali le Vitpilen e Svartpilen 401 sono una figata:
- superano gli stereotipi di genere
- sono semplici, non sempliciotte: c’è tanta attenzione al dettaglio e qualità dei materiali
- sono leggere e maneggevoli: non spaventano, ma non annoiano
- sono accessibili sotto ogni punto di vista
- pur essendo minimaliste, si passano ore a scovare e apprezzare tutti i dettagli
Vitpilen e Svartpilen: lo yin e lo yang
Ma che differenza c’è tra la Vitpilen e la Svartpilen 401? Beh… noterai innanzitutto che la prima è bianca e la seconda è nera. Lo dice anche il nome in svedese: “freccia bianca” e “freccia nera”. Lo Yin e lo Yang. Asfalto e terra. Manubrio basso e manubrio alto. MotoGP o Dakar. La Vitpilen è più pettinata e precisa, la Svartpilen è più “non ho tempo per i capelli e per pulire la moto”. Tecnicamente tra le due le differenze sono minime, è più una questione di gusto o, per essere più attuali, di lifestyle. Io le trovo molto belle entrambe. La mia preferenza estetica va forse sulla Vitpilen, ma considerando come mi piace guidare la moto e per quanto tempo sto in sella alla fine comprerei la Svartpilen. In entrambi i casi, superata la luna di miele con il bel design, inevitabilmente mi porrò il problema di rendere la seduta più confortevole. Purtroppo c’è una regola non scritta nel design motociclistico che rende la comodità della sella inversamente proporzionale al suo impatto estetico. Okay, non ho provato la moto in questione, mi ci sono solo seduto sopra da fermo sorseggiando dell’ottimo brut, ma ho abbastanza esperienza da fare delle illazioni.
Sella a parte, troviamo per entrambe un monocilindrico da 375 cc, 44 CV e 37 Nm. Cambio a sei marce e frizione antisaltellamento, telaio a traliccio d’acciaio al cromo-molibdeno e serbatoio da 9,5 litri. L’altezza della sella da terra è di 835 mm il che le rende, benché di dimensioni contenute, adatte un po’ a tutte le taglie. Le ruote sono da 17” e il peso, por fin, è di soli 150 kg.
Lo strano caso della Vitpilen 701
Se le Vitpilen e Svartpilen 401 sono belle, la Vitpilen 701 è bellissima. Maxime Thouvenin, il giovane designer che ha firmato le nuove Husqvarna, ha tutta la mia stima e qui ha fatto un lavoro eccelso. Non è detto che piaccia a tutti, ma è giusto così. Posso dire che ho iniziato ad apprezzarla veramente solo quando ho potuto guardarla con calma e dal vivo. La mia percezione delle forme è cambiata e alcuni dettagli sono – sempre secondo il mio modesto avviso – delle pugnette spaziali che mi conquistano perché dimostrano amore per il dettaglio, per il disegno, per la forma. Okay, non servono ai fini dell’andare in moto, ma servono per farti innamorare di un oggetto, di ciò che rappresenta. Con la Vitpilen 701 si va oltre il concetto di “ho una moto per spostarmi da A a B” e si entra in quello di “ho un veicolo con personalità in grado di rappresentarmi oltre che divertirmi“. Posso solo immaginare – al momento eh eh eh – come sia guidarla guardando i dati tecnici: 75 CV (trenta in più della 401) su 157 kg (sólo 7 in più della 401). Anche qui troviamo freni Brembo e sospensioni WP, la sella è a 830 mm, il serbatoio ha 12 litri e le ruote sono da 17”. La base di partenza della 701 è ben nota: senza molti misteri è la KTM Duke 690. Un’ottima base di partenza che ho sempre trovato fantastica ma, anche, una piattaforma un po’ datata per un progetto così avanguardista. I tecnici Husqvarna possono facilmente convincermi di aver fatto la scelta migliore sotto molti aspetti, ma un pizzico di delusione per non avere una “vera” novità rimane. Più che altro, questa considerazione unitamente al grande lavoro fatto per il design e per quello di raccontare queste moto come avanguardiste, mi pone una domanda più ingombrante:
Vitpilen e Svartpilen: è già un’occasione persa?
Okay, parlare di occasione persa è esagerato, specie per un prodotto che si affaccia ora al mercato. Ma perché me lo chiedo? Perché quando il marketing Husqvarna ha iniziato a parlarmi di pionierismo, di tecnologie moderne, di avanguardia per un attimo ho sognato qualcosa in grado di anticipare i tempi non solo stilisticamente, ma con i fatti. E invece no. Un design così forte, personale, innovativo e bello non trova corrispondenza in altrettanta audacia tecnologica. De lo contrario, si pesca nel passato. Il che non mette in discussione le qualità di queste moto. Dico solo che se oltre alle versioni presentate avessero tolto il velo a una E-Vitpilen a propulsione elettrica sarei partito con 90 minuti di applausi. Puoi bollarmi come un fissato dell’elettrico, ma non è per questo che sostengo questa tesi. Per assurdo poteva essere un propulsore ad amido di patata o un motore in grado di fare 100 km con un bicchiere di benzina… Ciò che intendo è che se parliamo di innovazione, di avanguardia, questa non può essere solo estetica. Il marchio è giusto, il suo pay off “pionieri dal 1903” pure, le linee di queste moto anche. Da questo punto di vista, il team Husqvarna avrà tempo e modo di ribaltare la mia perplessità.
I prezzi sono di 6.550 Euro per le 401 y 10.350 Euro per la 701, franco concessionario, che premiano le 401 con un più interessante rapporto qualità/prezzo.