Abbiamo perso tutto – Umberto Borile

Non sogna più come da ragazzo, ma ha ancora la forza di portare avanti le sue idee.

[Ripropongo qui un articolo pubblicato su Real-Bikes.com ad aprile 2013 perché ne vado particolarmente fiero]
Mi hanno sempre descritto Umberto Borile come un tipo di poche parole, anzi proprio un tipo un po’ schivo e burbero. Sarà… Forse è solo perché è uno che non parla a caso, che non ti guarda dall’alto in basso ma che, al contrario, prima di rispondere riflette, si fa un po’ serio, guarda un attimo il pavimento e poi torna a fissarti negli occhi mentre ti dice quello che pensa, ti piaccia o meno. E poi si apre pure in un sorriso. Umberto Borile non è scontroso, è soltanto genuino e provato dalla vita e alle “monate” da star system preferisce la riservatezza della sua Vo’ Euganea, località ai piedi dei Colli Euganei famosa per le locande che offrono galletto allo spiedo e le cantine con il loro buon vino. Da ormai un ventennio, Vo’ è nota pure perché lì c’è un’officina che sforna delle moto artigianali belle e possibili, l’officina di Umberto.

real bikes interviews umberto borileUna volta ho letto una poesia, parlava di un battilastra che nei riflessi del metallo si perde fino a immaginare i riflessi dell’acqua di un lago. Tu cosa vedi nel metallo che tieni tra le mani?

Non vedo l’ora di finire perché è faticosissimo e più passa l’età più è difficile. Mi sono comprato un maglietto elettrico e fa gran parte del lavoro lui. È dura, sempre di più. Quand’ero giovane sognavo, ora sogni ne ho sempre di meno.

È dura, sempre di più. Quand’ero giovane sognavo, ora sogni ne ho sempre di meno.

Non sogni più mentre crei?

Da giovane sì, era così. Quando ho cominciato a farmi male perché lavoravo sognando c’ho messo più cervello. Consiglio a tutti di metterci attenzione, perché farsi male seriamente è un attimo. La macchina non perdona. Anche tornire è un’arte e quell’arte ti entra dentro e ti sogni il pezzo finito finché lavori, ma non deve succedere perché devi stare sempre attento ai millimetri, non sognare, sogna quando l’hai montato non mentre lo fai.

real-bikes interviews umberto borile 3Quindi sognare prima e sognare poi, non durante: come aiuti l’ispirazione? Sul tuo vecchio sito ricordo che avevi scritto una frase tipo “troverete sempre le canzoni di Battisti a tutto volume e una fetta di salame”. È così che lavori?

Sì è sempre stato così. Sai ognuno vive la propria stagione e i momenti che hanno segnato la mia vita sono state le cose semplici, le amicizie vere e ci metto pure Lucio Battisti che ha sempre cantato la semplicità e con la semplicità in modo incredibile. Credo che ancora oggi Battisti ti aiuti a lavorare.

Rivalutiamo Battisti?

Certo che va rivalutato! Ha fatto cose incredibili con poche note e raccontando la stagione di allora: le ragazze, i fiori, il bicchiere di vino… Questa è la vita, cos’altro è?

Come avviene quello che gli artisti definirebbero il tuo “processo creativo”?

Solitamente io parto dalla cura dell’estetica. Il mio gusto si è formato alla scuola delle moto inglesi di una volta, e loro erano grandi cultori dell’estetica. A quel tempo i produttori italiani guardavano più alla meccanica, alla sostanza. Il Saturno, il Dondolino… erano tutte moto che camminavano parecchio, ma lo stile che aveva una Manx o una Matchless? Loro avevano il fascino, noi i motori.
Nel caso della Multiuso, però, ho seguito il processo inverso e l’estetica non l’ho nemmeno considerata.

Sinceramente non me ne frega niente dell’estetica nella Multiuso, non ci devo sfilare in via Montenapoleone, ci devo andare a funghi!

Sinceramente non me ne frega niente dell’estetica nella Multiuso, non ci devo sfilare in via Montenapoleone, ci devo andare a funghi! Magari con la motosegha, con un portapacchi, un carellino. È brutta? Ma chi se ne frega! Il suo spirito è la funzionalità.

A me sembra figa.

Perché ti fa capire quello che ci puoi fare!

Come hai iniziato a fare moto?

Per caso. A 13 anni il primo motorino fatto in casa, con gli amici, le modifiche eccetera… e poi non riesci più a smettere.

Si è rivelato come te lo aspettavi?

Non saprei. Diciamo che dopo un po’ ha prevalso su tutto, sugli studi, sul lavoro di restauratore d’opere d’arte. Ho mollato tutto. Sai, la passione è come il vento sulla barca: tu sali e lui ti porta via.

Qual è la prima moto che hai comprato con i tuoi soldi?

Con i primi soldini (e con l’aiuto di mio papà devo essere sincero) mi sono comprato una Bultaco 175.

La mia prima moto? Una Bultaco: faceva 13.000 giri ma non rimanevano dentro le marce. Era una cosa atroce.

Aveva un motore da kart che faceva 13.000 giri e non rimanevano dentro le marce. Era una cosa atroce, andava fortissimo ma poi sfollavi e rompevi tutto. L’ho cambiata con una Greeves 250 Challenger. Andava meno forte, ma almeno entravano le marce e ho cominciato ad andare meglio anche nelle gare. Era affidabile.

Ora cosa guidi abitualmente?

La Multiuso.

Per boschi?

Certo, ma ci vado pure in città a fare compere: metto la roba sul portapacchi e via nel traffico come un’anguilla.

Qual è secondo te la moto più bella di sempre?

Matchless G80. Il G50 andava meglio, ma il G80 ha ancora un fascino incredibile.

g80 matchless

Quale invece non vorresti mai aver visto?

No, no, i bambini son belli tutti anche quelli brutti.

C’è una moto attuale che potrà diventare un classico?

Purtroppo non ne vedo. Onestamente non ne vedo. Ne fanno talmente tante, cambiano talmente tanti modelli e particolari ogni anno… Come fa una moto a diventare un classico? Non può.

Oggi ne cambiano talmente tante ogni anno… Come può una moto diventare un classico? Non può.

C’è una moto in particolare che porti nel cuore o che leghi a un ricordo personale?

Avevo una Ducati RT450. Un giorno un mio meraviglioso amico che si chiamava Marco Velluti, pilota Junior di Cross che io ammiravo moltissimo per il suo stile di guida, mi disse: “vuoi che ti insegni ad andare in moto?” – Io sapevo andare, ma volevo andare forte come lui – “Se vuoi imparare comprati una Husqvarna”. Dopo qualche giorno sono riuscito a procurarmi una Husqvarna 250 ex ufficiale di Listello! Una bomba: andava come tre Husqvarna messe assieme! Mi sono presentato da lui e ha dovuto insegnarmi per forza.

rt 450 ducati

Una volta le moto le facevano i tecnici eppure erano semplici e bellissime. Ora le fanno ingegneri e designer anche con complicati calcoli, non si può dire che siano brutte, però a furia di aggiungere si ha sempre più l’impressione di aver perso qualcosa. Non ti sembra? Cosa abbiamo perso?

Abbiamo perso tutto!! Una volta ti fermavi da un meccanico qualsiasi, ti dava una pulita alle candele o una raschiatina alle puntine e ripartivi. Adesso? Che fai? No dimmi, che fai?

Chiami il call center?

Il futuro è puntine e bilancieri, altro che tutte queste monate!

Adesso è finito tutto!! Se non trovi un ingegnere che con il computer si interfaccia con la tua moto che fai? Me lo dici? Un momento… ma quanti fili ha una moto adesso? Quanti? Il futuro è aste, bilancieri e puntine non tutte queste “monate” che ci sono adesso che non sai manco che fare. Guardi i fusibili, sono apposto, ma la moto non va. Mi dici che fai? Abbiamo perso tutto.

Sarà anche per questo che l’attenzione si sposta sempre più verso le piccole cilindrate, le meccaniche semplici, lo stile anziché le prestazioni? La minore disponibilità di spesa e questa tendenza non potrebbero essere un’opportunità per riavviare il mercato? O è soltanto una mia impressione?

Ascolta: io sono andato in giro a fare le mie proposte prima di mettermi in proprio. Sembra che siano sordi. Non capiscono un cazzo! Ci sono un sacco di giovani che hanno idee e buona volontà, ma nessuno li ascolta. Hanno sbagliato e stanno sbagliando proponendo cavalli a centinaia e cilindrate mostruose. Vedrai cosa sto facendo, fra due o tre mesi te la farò vedere. È ciò che manca, è ciò che c’era e non c’è più, ma non ti dico ora che cos’è. È una stupidata enorme, ma è l’uovo di colombo e nessuno vuole farla! Benissimo, vedrai cosa ti tiro fuori, avrò la testa dura ma ti farò vedere quante ne vendo.

Qual è il tuo eroe motociclistico?

Emilio Ostorero. E di oggi Valentino. Perché io guardo i fatti non le chiacchiere… altro che bollito… Hai visto che bollito ha messo in tavola?

ostorero e valentinoSe non fossi qui, dove saresti?

Ai Caraibi a prendere il sole, se solo fossi capace di stare fermo, ma non son capace.

Qual è la tua idea di felicità?

Riavere mio figlio. Ma è impossibile.

Qual è il tuo stato d’animo?

Vado avanti.

4 comments
  1. Carissimo Umberto , mi fa piacere che tu tenga alto il nome BORILE , nome che a me è particolarmente caro .
    Mia Madre BORILE MARGHERITA e tuo nonno erano fratelli .
    Io di moto non capisco niente , ho in garage solo a titolo affettivo un vecchio Guzzino del 52 e un galletto del 56
    però a volte sento con piacere dei tuoi successi
    Auguri
    ciao Cesare

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