Tra castelli e risaie, in moto in Lomellina

Comoda da raggiungere per chi viene da Milano, ma anche dal Piemonte e dall’Emilia, la Lomellina è un territorio sospeso tra storia medievale e civiltà contadina dove sentirsi dei cavalieri erranti in sella alla nostra moto

Quando andare in moto in Lomellina?

Il periodo migliore per andare in Lomellina con la moto secondo me è a settembre – ottobre. Questo perché i colori dell’estate che si trasformano in quelli dell’autunno si sposano a meraviglia con le architetture medievali, mentre l’acqua dei fiumi sembra quasi ricordarci l’inevitabile arrivo dell’inverno. Ovviamente la Lomellina è bella anche in primavera e ha un certo fascino anche d’estate, periodo nel quale tuttavia l’afa (e le zanzare…) si fa sentire.

Con quale moto andare?

Ormai lo sai che gli itinerari che propongo sono sempre alla portata di tutti. In questo caso è più che mai vero e, anzi, direi che questo percorso in Lomellina è ancora più godibile con una moto di piccola cilindrata e dimensioni compatte. Un po’ perché non ci sono tratti “veloci”, un po’ per le strade strette, un po’ perché è una zona che va vista con ritmo very slow.

Strade e distanze

L’itinerario in Lomellina proposto è – come sempre – uno dei possibili e non di certo l’unico. Ho fatto un anello di un centinaio di chilometri. Avessimo necessità di ricaricare la moto elettrica va considerato che nella zona non ci sono molte stazioni: una colonnina Enel X a Mede e una a Trivulzio, vicino a Bereguardo. Sono sicuro, però, che sostando per pranzo in una delle numerose locande, agriturismi o cascine troverai sempre gestori accoglienti e disponibili.

Le strade sono mediamente molto buone. In alcuni punti sono proprio strade di campagna e quindi strette, con fossi e canali e soprattutto con brecciolino o fango lasciato da trattori. Come sempre chi va piano va sano e lontano…

Cosa vedere in Lomellina?

Oltre alla campagna, alle risaie e alle acque dei grandi fiumi e dei canali, la Lomellina è ricca di storia. Qui il medioevo e la civiltà contadina si fondono e in un’area di pochi chilometri troviamo tanti piccoli gioielli su cui potersi soffermare. Ne riporto alcuni:

L’itinerario in breve

La perfezione architettonica di Piazza Ducale a Vigevano è lo scenario perfetto per iniziare questo itinerario pianeggiante e dal ritmo rilassato, che ci porta a spasso tra storia medievale e civiltà contadina. Prenditi il tempo di visitare Vigevano. Non è un consiglio, ma un ordine! L’ideale è partire da qui in una delle giornate del palio a metà ottobre, per sentirti un po’ un cavaliere errante tra terre e tempo.

Da Vigevano ci spostiamo a Mortara prima di sostare al Castello Isimbardi a Castello d’Agogna per una visita.

Possiamo poi proseguire verso Cozzo e Breme, ma consiglio di allungare il giro fino al Parco delle Chiuse del Sesia a Palestro. Una toccata e fuga solo per guardare le acque del grande fiume, magari per fermarsi in un attimo di meditazione, perché no.

Ritorniamo poi verso la Lomellina e raggiungiamo Sartirana e il suo Castello visconteo dove troviamo anche un’interessante pila del XIV sec. Il riso è l’oro di queste pianure ed è bene ricordarlo e onorarlo con un bel risotto, mi raccomando.

Puntiamo poi le ruote verso la golena del Po per vedere il Castello di Frascarolo prima di invertire la rotta e toccare Mede, Lomello, Ferrera Erbognone e l’ultimo castello, quello di Scaldasole.

Da qui seguiamo la provinciale che si anima tra i campi e ci riporta sul Ticino. Lo attraversiamo sull’originale ponte di Bereguardo, costruito su chiatte. Qui una foto per il tuo canale Instagram è d’obbligo. Come pure una sosta alla celebre Baracca Bereguardo.

#RIDEMORE

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