Lo Zen e l’arte del moto campeggio

Qualche curva sul tuo vecchio ferro, la serenità del bosco, tecniche di campeggio solitario, il tutto in un’atmosfera calma e pacata accompagnati dal cinguettio degli uccellini: ti presento la tendenza giapponese del moto campeggio.

Come sempre in questi casi, ci si imbatte in un video per caso mentre si sta cercando qualcos’altro su YouTube e si viene colpiti dall’immagine di copertina, la thumbnail per dirla in gergo da youtuber. Clicchi e scopri un mondo fatto di campeggiatori zen per i quali la moto è una sorta di arnese per andare a campeggiare. Fanno qualche curva per poi trovare conforto e rifugio tra le fronde degli alberi nella loro tenda saldamente ancorata alla fedele due ruote (possibilmente vintage).

L’immagine idilliaca, accompagnata dal cinguettio degli uccellini, si completa con il nostro protagonista intento a fissare la tenda con corde, pali e paletti e a cucinare qualche delizia sul fuoco. Non prima, però, di aver estratto da un capiente zaino vintage vettovaglie per tutto il primo Reggimento San Marco, sedie comprese.

Incuriosito dall’atmosfera rarefatta, ho scoperto che esiste un’autentica categoria di youtuber e instagrammers (tra questi attualmente il mio preferito è lo stiloso Noripuri che si aggira con una vecchia Yamaha SR) dediti a questo tipo di narrazione, una sorta di “Zen e l’arte di campeggiare in moto” e ho deciso di selezionarne alcuni esempi per mostrarteli.

I video possono durare dai dieci minuti all’ora e non prevedono parlato, ma soltanto i suoni della natura alternati da qualche piacevole tappeto musicale rilassante. Sono in effetti l’ideale anche da lasciar andare sul monitor mentre si cucina o quando si hanno ospiti con i quali non si sa di cosa parlare.

Apparentemente questi video non hanno nulla di eccezionale, eppure hanno qualcosa di magnetico. Lo si evince dal notevole numero di visualizzazioni che hanno, ma anche guardandone un paio non si può non rimanerne misteriosamente attratti e in qualche modo ispirati. Diventa normale ogni tanto farne partire uno anche solo per vedere cosa diavolo si cucinerà oggi quel tizio giapponese con la bobber verde o per immergersi per qualche minuto in quest’atmosfera tra placidi monti e l’immancabile foliage giapponese.

Per qualcuno c’è anche un secondo fine; è il caso di Unroof divenuto il marchio di un eshop nel quale si può trovare l’attrezzatura da campeggio mostrata (e testata) nei video. Ma ci sono molti altri che non sono venditori, ma semplici estimatori del genere e praticanti.

Quanto alla moto essa appare più che altro uno strumento o se vogliamo un pretesto per andare alla scoperta e questo aspetto mi piace perché non la sminuisce pur limitandola a silenziosa compagna. Non le viene data troppo importanza pur essendo un elemento cardine del quadretto che si compone. In genere sono moto piccole e maneggevoli (quelle che preferisco) o scrambler o bobber stilosi. Non ci sono mai moto troppo moderne e invadenti, stonerebbero. In ogni caso la loro presenza nell’immagine è sempre dosata perché ruberebbero la scena alla pace dei boschi.

Solo dalla cultura giapponese potevamo aspettarci questa tendenza, già in voga da qualche anno nel Sol Levante, e quindi la accolgo con un doveroso 感謝 (grazie).

1 comment
  1. Nicoletto-san, ma non eri tu quello che ha proposto la soluzione proposta da una startup Schvizzera ossia la tenda che si montava usando anche la moto? Per fare campeggio itinerante in moto? ;-D Si dovrebbe provare a seguire gli esempi degli molto onorevoli colleghi del Sol Levante, ma riconosco che ci sono almeno un paio di ostacoli alla pratica descritta ne Lo Zen e l’arte del moto campeggio, il divieto, per la legge italiana del divieto di campeggio ibero, anche se è consentito il bivacco, e il divieto di accensione fuochi.

    Però ci si potrebbe provare………..

    Ciao, Stefano, the Hunter

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