Rohtang Pass – Ladakh capitolo 2

La notte ha reso la nostra prima salita in quota un po’ fangosa e sì, il pirla impantanato della foto sono io. Dal nord dell’India andiamo verso il Ladakh attraverso il Rohtang Pass.

“Partenza bagnata, partenza fortunata” ci siamo detti inforcando le Royal Enfield prese a nolo a Manali. Sapevamo che la prima tratta, quella del versante meridionale, sarebbe stata la più critica dal punto di vista meteorologico. E, infatti, ha piovuto tutta la notte e la salita al Rohtang La (La in Ladako significa passo, La-dakh è infatti la “terra degli alti passi”), il primo dei grandi passi, ci avvisano sia una bella fanghiglia.

rohtang pass ladakh royal enfield nel fangoLa prima parte scorre via liscia su una strada asfaltata come non ne abbiamo viste molte in India: più saliamo, più l’aria si fa fredda e rarefatta e più aumenta il battito e la frequenza del respiro. Sul ciglio vedo un avvoltoio, placido mi osserva. Forse è solo un’allucinazione e mi vengono in mente quelle raccontate da Ted Simon, forse è un presagio. Se lo è, è anche chiaro che non ce l’ha con me, perché l’avvoltoio spicca il volo e si libra nella rigogliosa vallata, l’ultima così verde prima dell’aridità che ci attende sull’altro versante.

Il Rohtang è a 3.979 metri sul livello del mare e quando scendo dalla moto mi manca il fiato persino per fare le riprese con la telecamera. Non sono mai stato così in alto e il mio fisico si deve ancora abituare, mi ci vorranno quasi quattro giorni per acclimatarmi in quota. Mi confronto con gli altri compagni di viaggio, hanno tutti gli stessi sintomi e decidiamo di iniziare a prendere il Diamox*, la medicina degli alpinisti. Al fiato corto si aggiunge il peggioramento drastico della strada quando iniziamo a ridiscendere sul fronte settentrionale: enormi pozzanghere e fango rallentano la marcia e ci fanno faticare. Rimango impiantato per lasciar passare un camion.

rohtang pass ladakh royal enfield on the road

Già perché questa è l’unica via carrozzabile per raggiungere il Ladakh da sud ed è quindi frequentata anche dai temibili camionisti indiani o dai truck militari che incontreremo copiosi durante il nostro tragitto.

Quando raggiungiamo un minuscolo villaggio e ci fermiamo per un momento di ristoro è un autentico sollievo. La temperatura qui è più alta e di piogge neppure l’odore. Veniamo subito attorniati da un gruppetto di ragazzini cenciosi di etnia Rom. Ci chiedono qualche Rupia e anche se ci si stringe il cuore non vogliamo alimentare la cattiva abitudine dell’elemosina che in India è un vero problema sociale. Così, anziché spiccioli, offriamo loro una parte della nostra razione. Abbiamo qualche snack da offrire, ma i loro occhi si illuminano quando vedono la nostra frutta! Sono pronti ad azzuffarsi per una pera o una banana, autentiche rarità da queste parti e non possiamo non fare subito un paragone con i nostri bambini…

Prima di sera raggiungiamo Jispa, uno dei pochi villaggi crocevia che sono tappe obbligate per chi percorre questa strada e troviamo alloggio in un alberghetto dotato persino di acqua corrente, non proprio calda, ma abbondante.

rohtang pass ladakh royal enfield on the road traffico

(*un diuretico che aiuta ad abbassare la pressione e a ridurre il rischio di edema cerebrale)

Il resto del reportage lo trovate sul numero di novembre di Cafè Racer Italia.

photo credit: Marco Denicolò e Motoreetto.

Ringraziamento speciale a Tucano Urbano.

scopri questa e le altre avventure del Marco Polo Team!

motoreetto in the mud of rohtang pass ladakh himalaya

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