Borile Motociclette dovrà risarcire Ducati per il danno di immagine, ma il Tribunale riconosce la veridicità delle affermazioni di Borile. Dunque…
“Va solo rilevato come le parti abbiano avuto sin dalle origini sicura consapevolezza del valore dei vincoli assunti nella realizzazione della moto Scrambler di Borile, rivisitazione dell’originale modello Ducati”.
Questa è l’ordinanza del Tribunale Ordinario di Bologna – o almeno la parte di essa che maggiormente interessa a Borile Motociclette – chiamato a pronunciarsi su quello che potremmo definire lo “Scrambler Gate” scoppiato lo scorso ottobre.
Quando infatti Ducati ha annunciato ufficialmente la propria Scrambler, Borile ha diffuso un comunicato al vetriolo in cui denunciava il trattamento riservato dalla Casa bolognese alla casa artigianale, rea di non aver più rispettato un accordo commerciale precedentemente preso riguardo allo sviluppo della Scrambler Borile.
Da quell’accordo, infatti, i tempi – e la proprietà di Ducati – erano cambiati e un prodotto che non sembrava allettare l’azienda bolognese è diventato poi nodale. Ducati ha altresì dichiarato di aver iniziato lo sviluppo della propria Scrambler nel 2009, quando – secondo Borile – fino al 2011 non fecero mai riferimento a questa possibilità.
Borile Motociclette precisa che non aveva alcuna intenzione di offendere l’immagine di Ducati, ma con il proprio comunicato e con il video girato ai tempi del succitato accordo intendeva soltanto chiedere chiarezza su accordi presi e non rispettati.
Personalmente trovo che alcuni passaggi ancora non sono chiari e proprio per questo non posso che essere d’accordo su una cosa con Borile Motociclette: Ducati dovrebbe rendere nota la propria posizione non solo tramite l’operato dei propri avvocati, ma spiegando con serenità le proprie ragioni agli appassionati.
Qui potete leggere il comunicato stampa inviato oggi da Borile Motociclette: cs_141218_Borile_Ducati_e_la_Scrambler_def
