Non sapevano dove li avrei portati

Ho fatto viaggiare quattro follower per tre giorni senza che sapessero dove eravamo diretti. E ci siamo divertiti un sacco. Questo è stato il primo week-end CLANdestino

Nel libro Nove perfetti sconosciuti” di Liane Moriarty, divenuto una fortunata serie con Nicole Kidman, nove persone si ritrovano in un misterioso e ambiguo centro termale sperduto nella natura australiana attratti dalla promessa di cambiare vita in appena dieci giorni.

Io non avevo un obiettivo così ambizioso. Mi bastava che i miei quattro amici e sostenitori – perché chiamarli follower parmi riduttivo – passassero tre giorni on the road dei quali ricordarsi, che vivessero un’esperienza da custodire gelosamente.

Quando ho proposto sulla mia pagina Patreon di seguirmi in questo “week-end CLANdestino” non avevo ancora visto la serie, ma in qualche modo l’idea di mettere assieme quattro persone che al massimo si erano conosciute tra i commenti ai miei video mi divertiva e incuriosiva, lo ammetto. Avevo già visto nelle altre occasioni come si trovassero velocemente appigli di conversazione, interessi in comune e come sia facile veder nascere amicizie quando in mezzo ci sono due ruote ed una strada. Cosa sarebbe successo se oltre a metterli assieme, avessi aggiunto la componente sorpresa?

Di questo primo week-end CLANdestino sapevano il luogo di ritrovo e conoscevano la durata: sarebbero stati “liberati” per la domenica pomeriggio, in tempo per tornare ognuno dalla propria famiglia. In effetti neppure io sapevo cosa aspettarmi. Tre di loro li avevo già incontrati in occasioni diverse, tant’è che tra loro proprio non si erano mai visti. Il quarto era addirittura una new entry appena entrata nel CLAN e, quindi, non lo conoscevo manco io.

Il risultato è andato oltre le aspettative. E posso dire di essere ritornato a casa arricchito dalla loro conoscenza.

Da sinistra a destra: Davide, Enzo, Giacomo e Fabio. I miei fantastici (e ignari) compagni di viaggio.

Vuoi per l’entusiasmo con cui tutti e quattro hanno affrontato questa piccola sfida mototuristica, vuoi per i piccoli immancabili imprevisti che possono capitare quando viaggi in moto, dalla foratura al maltempo improvviso.E a mano a mano che passavano i chilometri, vedevo crescere l’affiatamento. Tant’è che durante le soste ho dovuto iniziare a fare il cane da guardia per riportarli in sella, altrimenti passavano troppo tempo a chiacchierare tra loro!

Poco prima di salutarci, ognuno diretto verso la propria città, ho chiesto loro di raccontarmi com’era andata e mi ha riempito di gioia sentirli dire che avrebbero rifatto tutto.

L’idea di base era spostare il fuoco dell’attenzione dalla destinazione al viaggio, al qui ed ora. Ci ripetiamo di continuo che in moto la meta è la strada, ma spesso ce ne dimentichiamo. Volevo in qualche modo “costringerli” a farlo.

Sicuramente è un esperimento da ripetere. Ma la prossima volta cercherò di renderlo ancor più imprevedibile.E tu, parteciperesti ad un viaggio senza conoscerne la destinazione?

You May Also Like