MotoE: considerazioni sui primi test a Jerez

A Jerez si sono tenuti i primi storici test della MotoE: per la prima volta piloti e team alle prese con le moto elettriche per giunta su pista bagnata. Smith, Tuuli e Di Meglio sono risultati i più veloci. Faccio alcune prime considerazioni.

A Jerez si sono tenuti i primi storici test della MotoE: per la prima volta piloti e team alle prese con le moto elettriche per giunta su pista bagnata. Smith, Tuuli e Di Meglio sono risultati i più veloci. Faccio alcune prime considerazioni.

Ho seguito, purtroppo a distanza, i primi storici test della FIM Enel MotoE a Jerez, il trofeo che si correrà nel 2019 con le Energica Ego Corsa e sul quale ormai dovresti sapere tutto grazie a questo mio articolo:

L’ho seguito, dicevo, con curiosità perché si tratta di una nuova formula sulla quale ci sono molti interrogativi visto che è totalmente inedita e non abbiamo mai visto nulla di simile.

Per la prima volta team e piloti si sono confrontati con una moto che non avevano mai visto o provato prima e che, per giunta, non ha un motore endotermico ma elettrico.

MotoE: test bagnato, test fortunato

Il circuito di Jerez ha inoltre accolto i team e i piloti con pioggia e temperature piuttosto basse. Inizialmente dunque i piloti si sono trovati nella condizione di provare senza poter spingere troppo. Questo però gli ha permesso di constatare il grip offerto dagli pneumatici Michelin che pur non essendo al livello di quelli che il marchio francese utilizza in MotoGP hanno soddisfatto per il grip in situazione non ideale. Michelin ha fornito ai team una gomma da asciutto e una da bagnato. La prima ha l’anteriore di derivazione MotoGP e il posteriore è in pratica simile a quello impiegato in Superbike, quindi un prodotto più vicino a quello commerciato.

C’era da capire tutto e da raccapezzarsi su tutto: dai tempi di ricarica con le stazioni che Enel ha messo a disposizione dei team, al raffreddamento delle batterie che rappresenta sicuramente una delle maggiori sfide di questa formula, alla Energica Ego Corsa che è una moto senza marce né frizione e ha ancora un peso importante rispetto ad altre moto da competizione.

Per alcuni piloti c’era anche da affrontare il problema “ruggine”. Mi riferisco soprattutto a Sete Gibernau che torna a correre dopo un’era geologica e che per sua stessa ammissione dice di dover lavorare molto sulla propria preparazione ancor più che sulla moto.

gibernau test jerez moto e

Chi è andato più forte?

classifica moto e test jerez

Guardando i tempi, chi ha preso rapidamente confidenza sono stati Bradley Smith e Niki Tuuli seguiti da Mike Di Meglio e da Mattia Casadei. Sono loro quattro gli unici piloti a girare in 1’50 e sono anche quelli che hanno fatto più giri, così come Matteo Ferrari che non a caso è 5°.

Difficoltà invece per Maria Herrera che è riuscita a fare solo due sessioni e torna a casa con la delusione di un ritardo importante sui tempi e la consapevolezza di non essere riuscita a lavorare quanto voluto.

moto e maria herrera test jerez

A tal proposito va detto che ogni team aveva solo una moto a disposizione e che quindi non c’era possibilità di stravolgere il setup, aspetto su cui lavoreranno sicuramente di più nei test previsti dal 13 al 15 marzo 2019.

Tempi troppo alti?

Dopo questi primi test vorrei fare un paio di considerazioni. La prima riguarda proprio i tempi con cui hanno girato i piloti. Alcuni hanno subito notato – come ho fatto anch’io – che sono molto più alti della Moto2 che effettuava i test nello stesso momento. A mio avviso questo però ha un interesse molto relativo. Ciò che conta è che i piloti all’interno della stessa categoria abbiano tempi simili e questo è ciò che vediamo nella MotoE proprio perché per ora le moto sono tutte identiche. Sarà interessante vedere se qualcuno prenderà o meno margine e ancor di più constatare come sarà il pilota a fare la differenza.

In un trofeo così tecnologico sarà la componente umana quella che deciderà alla fine il vincitore.

La seconda considerazione riguarda chi critica la MotoE a prescindere. Sappiamo che sulla questione moto elettrica c’è molto scetticismo da parte di una grossa fetta di motociclisti ed è comprensibile, ma fino a un certo punto.

Capisco che la moto elettrica possa non piacere, d’altra parte ci sono motociclisti che amano l’enduro e altri che amano i chopper, chi i due cilindri chi i quattro e via dicendo.

Non capisco però perché disprezzare per partito preso la MotoE quando è chiaramente un’occasione in più di divertimento per noi appassionati di motociclismo.

La faccio semplice: l’anno prossimo avremo la possibilità di vedere un nuovo trofeo, inedito, totalmente diverso, cinque gare in più nelle quali i piloti correranno alla pari e i team dovranno affrontare problematiche che non conoscono. Quindi ci saranno probabilmente diversi colpi di scena.

Vedremo correre assieme veterani e giovani talenti, alcuni piloti che probabilmente non avremmo conosciuto e che possono mettere in mostra la propria capacità.

Davvero tutto questo è disprezzabile in nome di un presunto purismo che esige un boato anziché un sibilo?

A proposito… ascolta qua:

Di seguito, invece, le parole dei protagonisti, su tutti Bradley Smith il più fresco di MotoGP e per ora il favorito:

https://twitter.com/MotoGP/status/1067048492982521856

Photo courtesy of Motogp.com.

#RIDEMORE

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