Com’era bella la Ossa di Terence Hill?

Altrimenti ci arrabbiamo, un film che è diventato un modo di dire, scene da b-movie doc che sono diventate dei cult, anche per cultori di moto… Guarda qui

altrimenti ci arrabbiamo locandina coverAltrimenti Ci Arrabbiamo, quante volte abbiamo imparato a dirlo, almeno noialtri cresciuti tra i Settanta e gli Ottanta? Il titolo di un film che, anche per merito del suo successo, è diventato un modo di dire, tanto la pellicola è stata vista e rivista nella nostra spensierata fanciullezza. Così la battuta di un amico mi porta alla mente le scene di quel film (grazie Francesco) e non posso non andare subito a rivedere la mitica “battuta di caccia” in moto nella quale improbabili scagnozzi in tuta di pelle nera inseguono, sulle loro fiammanti Ducati Scrambler, un provetto Terence Hill, imprendibile asso del manubrio su di una Ossa AE 250 Explorer.

Riguardo quella scena e non posso che provare una certa nostalgia, ma non mi riferisco alla mia infanzia. La guarda anche l’amico di cui sopra, che non è un appassionato di moto. Eppure entrambi arriviamo dopo pochi istanti alla stessa affermazione: ma quanto erano belle?

Già, quanto era bella la Ossa di Terence Hill in Altrimenti Ci Arrabbiamo?

explorer ossa 250 enduro ae trail 1973
Una Ossa Explorer 250 come quella usata da Terence Hill nel film Altrimenti Ci Arrabbiamo

Era il 1973, il marchio spagnolo fondato nel 1928 da Manuel Giro era all’apice della notorietà e, in realtà, anche non lontano dalla chiusura, avvenuta poi nel 1984 nel periodo più nero per l’industria motociclistica iberica, quando chiusero anche Bultaco e Montesa. La AE 250 Explorer era tecnicamente una Trail, si poneva a metà strada tra il vero enduro e il trial, specialità della ditta. Era una moto per intenditori; non che le Ducati Scrambler usate in Altrimenti ci arrabbiamo dai cattivoni non lo fossero, ma la Ossa era una scelta ancor più ricercata, specialistica che faceva del nostro Terence un palato fine. Riguardandola mi accorgo che non ha nulla di così sensazionale nell’aspetto, eppure c’è un equilibrio formale che con quelle ruote e quelle proporzioni non dev’essere scontato da ottenere. Il suo fascino però non è altrove, è proprio in quella semplicità, in quella pulizia e compattezza, per questo ci fa dire con una marcata nota di tristezza “com’era bella”. Un’affermazione al passato, che suona come le parole di un vecchio trombone nostalgico, di quelli che se ne stanno al bar a giocare a carte pensando alle poppe della ragazza d’un tempo che non hanno mai avuto le palle di corteggiare. Lo so, sembra così, ma è un rammarico in realtà per non avere più la possibilità di scegliere moto così. Perché non siamo più in grado di fare moto come questa? Perché una moto oggi deve avere mille complicazioni tecniche ed estetiche (perché nella moto più che altrove la tecnologia si ripercuote nello stile). Perché dobbiamo avere dei bombardoni di moto da 150 cavalli per fare del turismo che tanto non siamo in grado di sfruttare al massimo? (certo io, voi lo so che siete tutti dei fenomeni)

Ok ok sto divagando. Il concetto è che ciò che affascina e richiama di moto come questa è la purezza che ancora riescono a trasmettere. In ciò che guidiamo oggi – più veloce, più robusto, più affidabile, più tutto – fatico sempre più a rivederla e ciò mi perplime.

Ossa Explorer m y 2015
La Ossa Explorer model year 2015. Bella ma limitata all’alpinismo.

Nel 2009 il marchio Ossa è tornato a far parlare di sé dopo l’acquisto da parte di Jordì Cuxart che ha investito sulla creazione prima di prototipi innovativi e convincenti e poi sulla produzione. Le Ossa di oggi (vedi il sito) rappresentano una nicchia minuscola del mercato, ma si stanno facendo apprezzare per le scelte tecniche nel trial e, dal 2012, anche nel trail proprio con un modello che, almeno nel nome, si rifà alla bella progenitrice: la Ossa Explorer. Questo modello è tecnicamente un bel prodotto e lo prenderei considerazione (Ossa Italia propone la versione 2014 a 6.340 euro) se stessi cercando una moto da alpinismo, ma difficilmente lo comprerei semplicemente per andarmene in giro perché troppo specialistico. Trovo che ci sia una piega rimasta vuota tra le moto destinate ai grandi numeri e le moto iper specialistiche, mancano delle moto intermedie che facciano tornare la voglia di fare qualche sgommata o impennata alla Terence Hill. E se non arriverà non potremo far altro che ripetere Altrimenti ci arrabbiamo, e sembrare quei vecchi che giocano a carte.

P.S.
Ad onor del vero qualcuno che la pensa come me e che ci sta provando c’è. Quel signore è Umberto Borile e QUI potete leggere un’intervista che gli feci tempo fa quando presentò la versione pronta per la produzione della sua Scrambler.

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