Le moto elettriche più interessanti di EICMA (secondo me)

Dopo aver visto il meglio di EICMA tra i costruttori tradizionali, passo in rassegna il mio Best Of sulle novità elettriche che mi hanno colpito di più.

Nonostante le grandi Case se ne stiano prudentemente alla larga – con l’eccezione come sappiamo di Harley-Davidson che in ogni caso non era presente – il segmento delle moto elettriche si è mostrato effervescente in questa edizione di EICMA. Al Salone erano presenti varie proposte, da quelle già note a quelle più sconosciute e ancora in fase embrionale. Se nel post precedente dedicato al mio personale Best Of EICMA 2021 ho citato perlopiù marchi noti, nella lista che troverai di seguito potrei scommettere tutti i miei pochi averi che incontrerai dei brand che non hai mai sentito prima.

Questo perché il segmento delle moto elettriche è ancora un “cantiere aperto su mille incertezze” e perché a presidiarlo è soprattutto l’industria cinese con poche affascinanti eccezioni rappresentate principalmente da start-up in cerca di investitori.

Ho sorvolato sulla miriade di scooter tutti uguali fatti in Cina tra i quali talvolta cambia davvero soltanto il logo e mi sono concentrato su quelle moto che, a prescindere dalla cilindrata, hanno qualcosa di particolare, ci suggeriscono un’idea, un concetto. Quest’ultimo è sempre più assente invece dalle moto “normali” appiattite dentro a categorie ben definite: l’elettrico ci fornisce l’alibi per sperimentare.

I più attenti (o maliziosi) noteranno che nella lista manca la Soriano Motori. Questo perché ho già dedicato ampio spazio a questo progetto in quest’altro articolo. Come sempre non c’è una classifica, ma procedo in ordine alfabetico. Andiamo!

Cake Makka

Se mi segui da un po’ magari te ne sarai accorto: ho un debole per il design minimalista di Ride Cake. Questi ragazzi svedesi hanno una visione chiara e con le loro linee nette ed essenziali e i colori tenui e pieni ci raccontano una storia. Tra chi osserva le Cake ci sono due tipi di persone: quelli con gli angoli della bocca all’ingiù e quelli con gli angoli della bocca all’insù!

Non c’è via di mezzo e l’ultimo arrivato, il Makka, non fa eccezione; è un ciclomotore che – a differenza degli altri modelli svedesi – non costa una fucilata (3.800 euro) ma – come gli altri modelli svedesi – è pieno di soluzioni pratiche e si può personalizzare con accessori che lo trasformano in un piccolo mulo da soma in versione hipster. Motore nella ruota da 3,6 kW e 50 km di autonomia (un po’ pochini, ma quanti ne servono a un ciclomotore?) alla velocità massima di 45 orari.

Felo FW-03 e GT-03

Qui da noi non la conosce nessuno e ancora non si è mai vista, ma Felo è un’azienda di tutto rispetto in Cina tanto da essere stata scelta da Kymco per sviluppare il proprio scooter elettrico sportivo F9 che altro non è che il Felo FW06. Ad attirare maggiormente la mia attenzione, però, non è stato il seppur bello e performante FW06 (sapete che ho gusti “particolari”) quanto gli altri due modelli con cui condivideva lo stand, ovvero FW03 e GT03. Il primo è la riedizione del mitico Honda CUB, un motorino che ebbe notevole successo nei primi Novanta. Ovviamente ora però è elettrico! E in effetti la struttura del CUB è ideale per “nascondere” batteria e powertrain, lo trovo un retrofitting perfetto.

Era leggermente più difficile azzeccare invece quello del GT03, che parte sempre da una base Honda ma dall’altrettanto inossidabile CT-90. Mentre la Casa giapponese ne ha fatto una nuova edizione 125 4T fichissima – che però non arriverà in Italia a quanto pare – la Felo ha preso quello vecchio, lo ha riattualizzato il giusto e lo ha fatto diventare elettrico. Lo so che mi capiranno in pochi, ma per me è una figata e ci partirei subito per una missione tipo Escartons Brevet. Di lui però non sappiamo ancora molto dal punto di vista tecnico, mentre di FW03 sappiamo che ha un range di 100 km e tocca gli 80 km/h grazie a un motore da 4 kW. Possiamo dunque aspettarci prestazioni analoghe e un’omologazione 125. Il loro arrivo in Italia è dato per imminente, ma non ho ancora capito se hanno un distributore.

Geon Scramper

Passeggiando ho notato in un piccolo stand piuttosto spoglio il prototipo di una scrambler elettrica. Mi sono perciò fermato a chiacchierare con Olaksiy, un ragazzotto ucraino che mi ha spiegato con entusiasmo il progetto di Geon Motors. La moto è in avanzato stato prototipale, funzionante e – a detta sua – pronta per la produzione. Tant’è che le specifiche tecniche sono già pubbliche anche sul loro sito: 125 km/h di velocità massima, 186 Nm di coppia e 15,8 kW di potenza, batteria al litio da 9,6 kW e autonomia che va dai 100 ai 210 km a seconda della velocità.

La ricarica avviene in 90 minuti grazie ad un caricatore da 3,6 kW. Particolare (e per me discutibile) è la scelta di avere un cambio a 4 marce con tanto di frizione. Se escludiamo i modelli Zero Motorcycles DS e DSR, che comunque sono considerati “dual-sport”, la Scramper di Geon Motors potrebbe essere la prima scrambler elettrica a raggiungere la produzione di serie. In bocca al lupo!

Nawa Technologies Racer

Il prototipo che mi ha colpito di più è stato quello di Nawa Technologies, un’azienda francese di Aix en-Provence specializzata nella produzione di super condensatori che ha sviluppato una moto molto interessante non solo da un punto di vista puramente estetico ma, cosa ancora più importante, tecnico. Non è la prima volta che dalla Francia arriva un’iniziativa originale grazie agli elettroni (a proposito, a che punto siamo con la Essence Motocycles?), ma questa Racer approntata da Nawa principalmente per mostrare il proprio know-how è in realtà molto promettente.

Le innovazioni fondamentali sono 3. La prima, più rilevante, è che il power pack è un ibrido che sfrutta la tecnologia Nawa dei superconduttori al carbonio. Da quanto apprendo, questa soluzione consente di ridurre il peso e aumentare autonomia ed efficienza. Si riducono i tempi di ricarica e la batteria può scaricare la sua potenza costantemente a prescindere dal livello di carica, cosa che è bene ricordare non avviene con le normali Ioni di Litio. La seconda innovazione riguarda la ciclistica: la struttura della batteria funge da elemento stressato del telaio, ha dunque un ruolo strutturale a beneficio della leggerezza. Infine la terza particolarità è il motore alloggiato all’interno della ruota posteriore. Non si trova però al centro del mozzo, bensì sul cerchio ed è molto compatto e leggero tanto che, assicurano, non influisce sull’inerzia nella guida. Al manubrio si trovano le consuete leve, ma mentre quella di destra aziona come prassi il freno anteriore, quella sinistra agisce sul freno motore e rigenerare fino all’80% dell’energia dissipata contro il 30% massimo di un sistema “tradizionale”. La Nawa Racer dovrebbe raggiungere i 100 km/h in 3 secondi e una velocità massima di 160 km/h, ma soprattutto pesa 150 kg (!) ed ha un’autonomia nel misto di 150 km che diventano 300 in ambito urbano. Incoraggiati dai primi riscontri al CES di Las Vegas, Pascal Boulanger, fondatore di Nawa, ha coinvolto una serie di aziende partner tra cui il noto studio di design Lazareth, per realizzare il primo prototipo funzionante e sottoporlo al test di diversi riders come si vede nel video. Credo che a questo punto ci vorrebbe l’interessamento di una Casa motociclistica per poter assicurare la produzione in serie di questa Nawa Racer che, temo, altrimenti rischierà di rimanere un gran bell’esercizio.

Niu RQi Sport

Non si vive di soli scooter! E in NIU sanno che per costruire un brand, per far sì che soprattutto qui in Occidente il marchio venga preso più “sul serio” ci vuole una moto. Bene, allora, eccola! Mantenendo fede al loro gusto per le sigle complicate, si chiama RQi Sport ed è una “naked” omologabile come una 125 ma ben dimensionata e, anzi, a vederla dal vivo sembra di categoria superiore. Il motore da 5 kW (con picco da 7,5 kW che può rimanere costante per 30 minuti) la spinge a 100 km/h. Il peso è di 186 kg e l’autonomia dovrebbe essere di circa 120 km. La batteria è estraibile, ma ci vogliono i muscoli perché i due pacchi pesano 25 kg l’uno. Non mancano la app e la possibilità di personalizzare il TFT, ma ciò che attira ancora di più è il prezzo: 6.999 euro! La moto elettrica sta diventando per tutti.

Ottobike Ovaobike CR-21

Ad EICMA 2017 mi fermai ad osservare un piccolo e coloratissimo stand di un’azienda taiwanese. Ad incuriosirmi era un prototipo ben sviluppato e ormai prossimo alla produzione, si chiamava MCR (Mini City Racer) e gli scattai questa foto. Aveva le ruote da scooter da 14″ ma le forma da moto, un design avveniristico originale e dotazioni tecniche molto interessanti come ad esempio dashboard camera sia davanti sia dietro, una leva del cambio per scegliere elettronicamente i riding mode e un motore che la spingeva oltre i 100 km/h. Quell’azienda si chiamava Ottobike.

A distanza di tre anni ritrovo Ottobike ad EICMA 2021 ma ora è un Gruppo. Lo stand è grande almeno quattro volte e sulle moto appare il nuovo brand Ovaobike per distinguerlo da Oiiobike usato sulle ebike. Il prototipo di allora infatti non solo è in produzione, ma è al suo restyling, viene proposto in 3 allestimenti e il suo arrivo in Europa è dato per inizio 2022 a 9.390 euro. Nel frattempo al suo fianco sono arrivati altri prodotti come appunto e-bike, il prototipo di una moto da cross (MXR), di uno scooter sportivo (CT-X) e quello di una café racer (CR-21). Parlo soprattutto di quest’ultima perché per me la più stimolante e originale, ma anche gli altri due prototipi sono molto interessanti.

Le linee sono decisamente moderne, quasi fantascientifiche e sembra uscita da un manga. Il risultato però è tutt’altro che deprecabile, anzi è molto convincente anche dal vivo. La cura che si nota in ogni dettaglio ci fanno capire che non stiamo parlando di un prodotto di fascia bassa. Il motore è un 11 kW e le prestazioni, assicurano, sono paragonabili a quelle di un 300 cc. Di questa CR-21 purtroppo non sono riuscito a scoprire altro ma la terrò d’occhio.

Trevor Stella

Seguo con curiosità le vicende di Trevor Motorcycles da un po’ perché mi è sembrato da subito un progetto molto interessante e appassionato. Questa start-up belga è stata fondata da due amici appassionati di off road e flat-track con la volontà di rendere la loro attività più pulita e silenziosa. Sappiamo che il rumore è uno dei problemi più grossi per i piccoli impianti come kartodromi e piste di flat track che spesso si trovano a poca distanza dalle abitazioni. Da qui e dalla consapevolezza di come le doti di accelerazione di un motore elettrico fossero l’ideale per la pratica sugli ovali sterrati è nato il progetto Stella, una tracker raffinata e leggera.

In Trevor hanno lavorato soprattutto sul perfetto bilanciamento dei pesi e quel che ne è uscito è un’architettura singolare con il motore da 11 kW “decentrato” e posto oltre il perno del forcellone che, perciò, è lunghissimo. La pulizia formale che ne è conseguita è secondo me ammirevole. Le batterie da 2,7 kWh sono state sviluppate dalla Sarolea che ha fatto tesoro dell’esperienza all’Isola di Man. Telaio al cromo molibdeno e sospensioni Ohlins completano un quadro raffinato. Il prezzo per la versione omologata all’uso stradale è di 14.495 euro.

Verge Motorcycles TS

Di spirito diametralmente opposto è la proposta della startup finlandese Verge Motorcycles. Già da qualche tempo si stanno facendo notare con la loro TS soprattutto per il design massiccio e riconoscibile e la soluzione del motore “invisibile” all’interno del cerchio posteriore. La TS ha una potenza di 80 kW (107 CV) ma soprattutto una coppia inaudita di 1000 Nm! L’accelerazione la porta, nonostante i 249 kg, a raggiungere i 100 km/h in meno di 4 secondi. La batteria è da ben 20,2 kWh per un’autonomia che va dai 200 ai 300 km a seconda dell’utilizzo. La ricarica avviene sia in corrente alternata (4,5 ore) che in continua (40 minuti). Di alto livello è anche la ciclistica con sospensioni Ohlins FGRT all’avantreno e TTX al retrotreno e pinze freno Brembo Monoblock. Ovviamente la tecnologia e la componentistica si fanno pagare, ma la richiesta non appare poi così assurda innanzi a tanta originalità: 24.990 euro.

Vmoto Stash

Quanto ho affermato poc’anzi per NIU vale anche per il gruppo Vmoto Super Soco che già da qualche tempo si sta facendo apprezzare nel nostro Paese per gli scooter e le moto marchiate Super Soco. Ad EICMA è giunto finalmente il momento di far entrare in campo anche il brand Vmoto che, all’interno del gruppo, si dedica alla fascia più alta.

Il primo prodotto è la Stash, una moto per sedicenni dal look avveniristico disegnata dallo studio C-Creative di San Marino. Ha le dimensioni e l’omologazione di una 125: motore da 6 kW per una velocità massima di 105 km/h e un’autonomia notevole di circa 250 km (a patto però di viaggiare a 45 km/h). Il peso è di soli 105 kg e il prezzo non è ancora stato comunicato ma azzardo un’ipotesi di circa 6 mila euro.

Voge ER-10

Tra i marchi cinesi che si stanno rapidamente ricavando un posto al sole qui sul Mediterraneo c’è sicuramente Voge. Sconosciuto fino a un paio di anni fa, oggi gode di un certo interesse grazie a modelli di cilindrata media interessanti a prezzi molto appetibili come la Valico e la Trofeo. Al loro fianco ora arriva anche la ER-10, una moto 100% elettrica con una batteria agli ioni di Litio di 3,7 kWh per un’autonomia dichiarata di 120 km. Il motore è da 8,9 kW e 12 CV per una velocità massima di 90 km/h, prestazioni adatte ad un utilizzo perlopiù urbano. Notevoli sono il peso di appena 120 kg e il prezzo di 6.590 euro.

Zero Motorcycles SR

Non posso che concludere, quasi inevitabilmente direi, con Zero Motorcycles che si conferma l’azienda leader di questo segmento, l’unica ad offrire con una gamma articolata e completa. Quest’anno ha introdotto, oltre ai vari model year, due importanti novità che riguardano la parte alta della gamma, quella sviluppata sulla piattaforma di ultima generazione. La prima riguarda la batteria che mantiene le dimensioni ma è più leggera ed ha una maggiore densità. Questo consente di avere pacchi batteria di diversa capacità e, cosa ancor più intrigante, consente di acquistare in un secondo momento degli upgrade software che “sbloccano” in pratica la capacità della batteria.

La seconda importante novità infatti riguarda il software: il sistema operativo proprietario Cypher III può comunicare con un nuovo market store dedicato sul quale si possono acquistare aggiornamenti, upgrade e personalizzazioni. Si va dai pacchetti che aumentano le prestazioni della moto fino alle manopole riscaldate, da funzioni di navigazione sul nuovo display fino a maggior rapidità di ricarica. Infine l’ultima novità riguarda l’introduzione della nuova SR che diventa il modello base della gamma premium, quella sviluppata appunto sulla piattaforma introdotta due anni fa dalla SR-F. A differenziarle sono le prestazioni e la capacità della batteria con la possibilità però per SR di aumentarle successivamente. Senza scendere nel dettaglio, per il quale ti rimando al sito di Zero, credo che questi cambiamenti dimostrino la direzione intrapresa dall’azienda di Santa Cruz e come si confermi al momento il top player del segmento.

Quale moto elettrica ti ha colpito di più? Fammelo sapere.

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