è la Harley-Davidson LiveWire la mia regina di Eicma 2018

Ad EICMA, Harley-Davidson ha svelato LiveWire, la sua prima moto elettrica in versione definitiva e, benché annunciata, è lei a mio avviso la “big thing” di questa edizione 2018. Ti spiego perché.
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Dapprima la speranza, poi la conferma: Harley-Davidson ha scelto EICMA per il debutto della versione definitiva della LiveWire, la sua prima moto 100% elettrica.

Per me era già in partenza lei la moto da guardare e osservare più delle altre. Ma, in fondo, speravo arrivasse anche qualche altro colpo a sorpresa magari da un altro big player. Invece, per quanto mi riguarda, non c’è proprio stata partita: la LiveWire è la mia regina di questo salone 2018.

Perché secondo me la LiveWire è la regina di EICMA 2018?

Ritengo lo sia per vari motivi. Il primo è piuttosto evidente: è elettrica. Non lo dico per fanatismo, ma perché questo è il primo forte elemento di rottura. Che ti vada giù o meno l’idea, la LiveWire passerà alla storia come la prima moto di serie ad alte prestazioni elettrica di un grande marchio. Se finora era una questione di nicchia tra piccole aziende nate nel sottobosco californiano o nella motor valley emiliana, ora la posta in gioco si alza. Sembra ancora incredibile che sia proprio il marchio maggiormente legato alla tradizione a fare un simile passo, ma è andata proprio così e – forse – non poteva andare altrimenti. Solo chi ha radici così ben piantate nella storia del motorismo può permettersi un simile slancio nel futuro.

A lungo ci si è aspettato che gli iper-tecnologici giapponesi tirassero fuori dal cilindro una moto elettrica e, invece, nessuno di loro ha voluto assumersi il rischio di un possibile flop. Si sono limitati a qualche scooter e a una (bella) moto da trial. Tutto qui? Davvero? Non è incapacità, è prudenza.

Perché, guardiamoci negli occhi: le possibilità che la LiveWire sia un fallimento sono maggiori di quelle che possa essere un successo. Non tanto per demeriti propri, anzi, quanto per un’impreparazione generale di struttura e tessuto sociale.

Eppure è bella e diventerà cool.

Lo stile è inconfondibilmente Harley pur essendo qualcosa di completamente diverso. C’erano degli ingombranti volumi da mascherare, c’era l’assenza di un V-Twin a pesare. E gli scarichi? E le cromature? E il serbatoio??

Non dev’essere stato facile. Per questo mi sento di dire che il risultato è notevole. La LiveWire non risulta armoniosa come altre moto – americane e non – ma mi piace, ha personalità, riconoscibilità. Ha persino un suono che è stato elaborato per avere un crescendo e non risultare troppo… inconsistente.

Infine si rivolge a una clientela completamente diversa per Harley-Davidson e anche questo è uno sforzo mica da ridere. Quando sei abituato a parlare sempre agli stessi clienti, con gli stessi ingredienti e messaggi, non è scontato riuscire a guardare altrove ed essere capaci di comunicare.

Secondo me gli americani vincono la prima battaglia di questa sfida. L’obiettivo dichiarato per i prossimi anni è “More Roads To Harley-Davidson” che tradotto è: “stiamo cercando nuovi harleysti, non possiamo pensare che l’attuale modello di harleysta resista in eterno, dobbiamo allargare l’offerta ad altri gusti”.

La LiveWire è “solo” una moto, ma ha una responsabilità notevole, non solo per il marchio americano, ma per l’intero mercato motociclistico. Il suo clamoroso fallimento potrebbe segnare la fine delle speranze elettriche, perché in tanti si augurano sia proprio così.

Se invece avrà successo, aprirà le porte a un segmento di mercato: per il 2022 Harley prevede un’intera gamma di moto elettriche a partire dalla capostipite che ammiriamo in queste foto.

Prendiamo la lente di ingrandimento

Ciò che invece mi preoccupa un po’ della LiveWire dopo la presentazione di EICMA, è che non è stato dato ancora alcun risalto alle prestazioni che contano su una moto elettrica oggigiorno. Non c’è traccia di dati sull’autonomia, sulla reale capacità della batteria (chiamata RESS). Si sa che è agli ioni di litio (e vorrei vedere che non lo fosse) e che è inserita in un involucro di alluminio pressofuso e alettato.

Questa mancata evidenza, beh… evidenzia che ci sono ancora elementi importanti in via di definizione. Harley-Davidson promette di dare maggiori informazioni a gennaio, mentre l’arrivo previso è per agosto 2019 quando sarà presentata la gamma 2020.

Per il resto troviamo un telaio in alluminio, sospensioni Showa regolabili, freni Brembo con pinza Monoblock, ABS e controllo di trazione. Le gomme da 17″ hanno battistrada da 120 e 180. L’elettronica prevede ben sette modalità di guida delle quali quattro già preimpostate dalla Casa e tre personalizzabili dal cliente che potrà giocarci grazie al display TFT Touch regolabile. Interessante, infine, che ci sia la possibilità di ricaricare la LiveWire con prese di Livello 1, Livello 2 e 3 e DC Fast Charge. Harley-Davidson infine sottolinea che ci sarà una colonnina in tutte le concessionarie.

Coraggiosamente Harley-Davidson ha intrapreso questo cammino nel 2014 mostrandoci il prototipo LiveWire quando ancora pensavamo che l’elettrico fosse una bizzaria. E oggi è qui a dirci che ci crede prima degli altri ed è pronta a rendere l’elettrico cool, cosa che finora non è stata possibile.

Per tutti questi motivi, a mio parere, la LiveWire merita la corona di regina di EICMA 2018.

Non era la sola novità degna di nota però! Ho raccolto una piccola selezione personale delle moto che maggiormente mi hanno colpito. Guarda la mia selezione del meglio di EICMA 2018.

#RIDEMORE

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