La Mototerapia è… Terapia!

Un’indagine scientifica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino pubblicata sull’European Journal Of Integrative Medicine conferma gli effetti positivi della Mototerapia

foto di copertina di Lorenzo Refrigeri.

Qualche giorno fa ho ricevuto una mail del mio amico Vanni Oddera. Mi aggiorna spesso su come procedono gli appuntamenti di Mototerapia e Freestyle Hospital e specie ultimamente che per varie questioni personali sto partecipando meno fisicamente a questi incontri, mi fa ancor più piacere vedere i loro visi sorridenti e sapere che tutto va avanti alla grande.

Con il lockdown ovviamente anche le attività di Vanni e dei Daboot si sono fermate, perciò non mi aspettavo aggiornamenti. E invece è arrivata proprio la notizia che da tanto tempo tutti aspettavamo.

Vanni scrive: “Per undici anni ho creduto in questo progetto, molte sono state le difficoltà, soprattutto cambiare le abitudini e le opinioni delle persone. Senza parlare delle grandissime responsabilità che per anni mi sono preso, ma la strada era quella giusta e tutti i sorrisi che facevo nascere con la mia moto lo confermavano ogni volta.”

Gli effetti della Mototerapia

Tutti abbiamo potuto vedere con i nostri occhi gli effetti della Mototerapia, ovvero i sorrisi, gli abbracci, la voglia di stare assieme. Questo avveniva negli appuntamenti all’aperto, quelli per così dire classici, ma ci siamo resi conto di quanto potesse essere potente anche all’interno degli ospedali, in particolare dei reparti di oncologia pediatrica. Finché a dirlo sono però motociclisti e giornalisti come il sottoscritto però non ha alcuna validità se non quella di cronaca: riporto quello che vedo, che sento, che provo. Ma non c’è un’evidenza scientifica ovviamente.

Bene, è il caso di dire che non c’era. Ora c’è.

Nell’ultimo anno è stata svolta un’importante indagine sulla Mototerapia – o Freestyle Motocross Therapy (FMX Therapy) per usare un linguaggio comprensibile in tutti i paesi – e i risultati sono stati ora pubblicati sull European Journal Of Integrative Medicine. A farla è stata l’equipe medica diretta dalla Dott.ssa Franca Fagioli presso il reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino e fondamentale è stato il supporto allo studio dato dalla Fondazione Allianz Umana Mente che già da tempo crede nella bontà del progetto.

L’indagine al Regina Margherita di Torino

Protagonista di questa indagine è stato un campione composto da 50 pazienti, di età media 9,2 anni, dei quali il 43% maschi e il 73% affetti da Leucemia, da 50 genitori di età media 33,2 anni dei quali 83% femmine e 25 operatori sanitari tra medici e infermieri dei quali il 95% di sesso femminile.

Durante i vari appuntamenti in ospedale con i campioni di Freestyle Motocross sono stati sottoposti dei questionari per valutare soprattutto lo stato emotivo prima e dopo i momenti di Mototerapia.

In particolare per i piccoli pazienti l’obiettivo era misurare la loro percezione del dolore, le emozioni e sensazioni, il senso di autonomia e autosufficienza. Per i genitori ci si è concentrati sul livello di stress e sulle emozioni e infine per gli operatori si è misurata la percezione degli effetti della mototerapia sui pazienti.

I risultati sull’European Journal Of Integrative Medicine

I dati e le considerazioni che vengono pubblicati sull’articolo dell’European Journal of Integrative Medicine non lasciano dubbi: gli effetti della FMX Therapy ci sono, sono tangibili e sono tutti positivi.

Dopo la Mototerapia i pazienti dimostrano una chiara riduzione nella percezione del dolore e i genitori vedono ridursi quella di stress. Per entrambi c’è un aumento delle emozioni positive a discapito di quelle negative, mentre gli operatori non possono che sottolineare una percezione positiva degli effetti. In definitiva i dati raccontano quanto già di persona avevamo potuto sperimentare, ovvero che un’attività come la Mototerapia o FMX Therapy che dir si voglia, pur non essendo medicina può rappresentarne un’integrazione al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei famigliari. In un momento difficile potersi distrarre dalle cure e fare qualcosa di fuori dagli schemi, anche un po’ folle come è il Freestyle Motocross, accresce l’autostima e la voglia di vivere.

Questo per me, da osservatore, era già indubbio alla prima volta. Ma ora non posso che essere personalmente felice per il risultato ottenuto da Vanni, dai Daboot e da tutto il personale sanitario non solo dell’Ospedale Regina Margherita ma di tutti gli ospedali che hanno saputo accogliere questo messaggio fuori dal comune.

Vanni conclude: “Non c’è gioia più grande di vedere realizzato un sogno così. Grazie a tutte le persone che hanno sempre creduto in tutto questo“.

Qui è possibile scaricare il report completo pubblicato sul European Journal Of Integrative Medicine:


P.S.: Purtroppo in tanta gioia per questa notizia, la grande famiglia della Mototerapia nelle stesse ore ha dovuto affrontare una grande perdita. Ci ha lasciato Davide Ciceri. Davide ha lottato come un leone con la malattia ed è stato d’esempio per tanti ragazzi coetanei e soprattutto più giovani, anche con il suo libro “Dal settimo cielo al settimo piano”. Ha affrontato quel mostro cattivo a testa alta e c’ha fatto a cazzotti. Qualche round l’ha pure portato a casa ed è rimasto sempre in piedi. E quando incassava, lo faceva sempre e comunque col sorriso e un’autoironia unica e contagiosa. Davide ci mancherà, ma il suo esempio resterà sempre nei nostri cuori e nella nostra memoria. Ciao, crossista.


Sono convinto che un motociclista informato sia un motociclista più consapevole e nel suo piccolo agirà per un mondo migliore. Per questo gli articoli e i video che pubblico su Motoreetto.it sono accessibili a tutti e senza banner pubblicitari perché l’informazione dev’essere aperta e condivisa.
Lo sto facendo in maniera indipendente e a permetterlo sono le persone che hanno deciso di entrare nel mio CLAN.
Sarebbe fantastico se valutassi anche tu di farne parte.

You May Also Like