All’Agnellotreffen con la moto elettrica

Sono andato all’Agnellotreffen, il moto-raduno invernale più alto d’Italia a 1.615 metri, e l’ho fatto in sella a una moto elettrica, la DSR di Zero Motorcycles. Ti racconto per filo e per segno questa mia depravazione.

Andare in moto in pieno inverno sulle Alpi innevate è perverso. Andarci addirittura con una moto elettrica ha un che di depravato. Quindi l’ho fatto senza pensarci due volte.

L’occasione me l’ha data l’Agnellotreffen, il moto-raduno invernale che con i suoi 1.615 metri sul livello del mare è il più alto d’Italia (e mi sa pure d’Europa?). Da sei anni si tiene – come si evince dal nome – sul Colle dell’Agnello e più precisamente a Pontechianale, ultimo paese prima dell’inevitabile interruzione della strada per neve.

Per saperne di più: www.agnellotreffen.com oppure unisciti alla community sulla Pagina Facebook ufficiale dell’Agnellotreffen o, ancora, segui il profilo Instagram.

Cosa ci sono andato a fare all’Agnellotreffen con la moto elettrica?

La risposta è abbastanza semplice: gli organizzatori mi hanno chiesto di realizzare, come ho fatto lo scorso anno, il video che ne racconta l’edizione e di seguire la relativa comunicazione. Quando al dovere, insomma, si unisce il piacere. Ho deciso di cogliere la palla al balzo per vedere come si comportava una moto elettrica in questa situazione. Ma prima di arrivarci… ecco qui sotto il video che ho realizzato per l’Agnellotreffen 2019!

La moto: Zero Motorcycles DSR

Per questo “esperimento” congelato ho utilizzato la moto che Zero Motorcycles mi ha gentilmente messo a disposizione in questi mesi: la DSR con allestimento Black Forest, ovvero il top di gamma del marchio californiano. Se mi segui da un po’, saprai che sto usando questa moto dall’inizio dell’estate e – ahimé – il mio periodo di long test si sta per concludere. Assieme abbiamo già percorso circa 4.500 km e alla fine dell’inverno la moto sarà messa in vendita. Ma di questo ne parlo un’altra volta.

La DSR è la dual sport più sportiva della Casa. Fa il verso alle endurone tipo GS o Africa Twin, ma in realtà ha più le dimensioni di una Scrambler. Il “tiro” è eccezionale grazie ai 146 Nm di coppia presenti sempre, il peso è accettabile (210 kg), la posizione di guida comoda e si guida benone. La batteria è da 14.4 kWh il che si traduce in un’autonomia reale di 180-200 km con un’andatura da strada statale. I tempi di ricarica variano a seconda della fonte: vanno dalle 2 ore per una colonnina rapida fino alle 8 ore alla presa domestica 220V.

Com’ero equipaggiato?

La DSR che mi è stata fornita ha quasi tutti gli optional desiderabili per il turismo ad eccezione delle manopole riscaldate. Rispetto alla moto standard troviamo parabrezza, paramani, tris di valigie Trekker Dolomiti di GiVi in alluminio e soprattutto Charge Tank ovvero il “serbatoio” che mi consente di attaccare la moto elettrica a qualsiasi colonnina abbia un ingresso di Tipo2 per poterla caricare rapidamente. Purtroppo non si tratta di una dotazione di serie, ma di un optional che viene montato direttamente dalla Casa (ad un prezzo piuttosto salato). Questa scelta, però, consente a chi usa la moto solo per il commuting (o non va mai di fretta) di risparmiare sia euro sia grammi.

Quanto al mio equipaggiamento personale per affrontare l’Agnellotreffen, ammetto che sono stato piuttosto ottimista. Tuttavia non mi sono né congelato né pentito di quanto utilizzato, anzi. Andare al raduno con una moto elettrica – che dunque… non scalda – mi ha permesso di testare ancora meglio il completo turistico di Moto One composto da giacca Vert 360 e pantaloni Rider 360 (clicca sui nomi per guardarti le mie recensioni!). Complici delle temperature tutto sommato accettabili, se la sono cavata egregiamente. Sotto la giacca avevo un maglioncino di lana all’andata e un pile al ritorno, ma soprattutto un intimo termico Carbon Energized che fa davvero la differenza sia in estate sia in inverno. Idem per la calzamaglia sempre termica, mentre per le calze avevo un paio di lana merino piuttosto spesse, di quelle da montagna. Al ritorno ho provato con delle calze sintetiche, ma ho dovuto indossare due paia per non sentire freddo.

Un capitolo a parte meritano i guanti Calgary sempre forniti da Moto One e che testavo sul serio per la prima volta. Il loro compito non era facile visto che non avevo neppure un paio di moffole altro che manopole riscaldate! Tuttavia non mi si sono congelate le mani e questo è già un successo. Si tratta perciò di un buon prodotto specie per i 55 euro di listino, anche se non esente da qualche piccola critica: se piove o, come nel mio caso, nevica non è impermeabile; la parte superiore non isola completamente dall’aria quindi su dorso e mignolo in condizioni estreme si sente freddo. Se invece la mano si inumidisce, magari per sudore appena la temperatura si alza, l’altrimenti comoda fodera interna tende ad attaccarsi alla pelle e diventa poi difficile re-indossarli.

Quale itinerario ho seguito?

Sono partito da casa venerdì mattina consapevole che per raggiungere l’Agnellotreffen con la moto elettrica avrei impiegato molto più tempo che non con una endotermica. Come ho avuto modo di dire più volte, la moto elettrica predilige le strade minori ovvero l’uso continuo della manetta “a frusta” anziché l’apertura costante della corrente. Quindi ho optato per passare dal novarese e dal vercellese prima di salire sul Monferrato e quindi arrivare ad Asti ancora con una buona autonomia residua. Qui avevo già individuato un paio di stazioni di ricarica che in un tempo decente mi avrebbero permesso di proseguire verso Langhe e Roero prima di salire in Val Varaita.

Quando posso cerco di non seguire al ritorno lo stesso percorso dell’andata. Mi piace l’idea di vedere posti diversi anche se questo significa, nel caso del viaggio con una moto elettrica, di rinunciare alla confortante sicurezza di una colonnina già testata. Così domenica una volta a Saluzzo ho puntato verso Torino dandomi come pit stop di ricarica (e pranzo) Chivasso. Questo mi ha permesso di passare in alcune zone che non conoscevo come Bardassano dove la strada diventa divertente. Certo… se non avesse iniziato a nevicare ovviamente!

Dopo la ricarica a Chivasso ho puntato direttamente a casa ma ho rinunciato all’idea di fare tutta statale e mi sono concesso l’autostrada in quanto le condizioni metereologiche erano nel frattempo peggiorate e l’autonomia acquisita mi permetteva di arrivare a casa.

In generale mi posso dire fortunato: ho trovato una strada buona lungo tutto il percorso. Soltanto nel Monferrato, salendo a Moncalvo, ho trovato il manto ghiacciato che mi ha fatto temere per l’aderenza delle gomme. Un po’ di ghiaccio e neve erano presenti in Val Varaita dopo Sampeyre ma… lì me le aspettavo. Le condizioni metereologiche quest’anno ci hanno graziato e soprattutto chi è salito all’Agnellotreffen sabato ha trovato una strada perfetta e una temperatura mite.

Guidare una moto elettrica in pieno inverno…

L’obiettivo principale che mi ero posto in questo esperimento era capire come cambia la guida della moto elettrica – se cambia – durante il gelido inverno. La DSR è una moto molto piacevole da guidare. Rilassante in quanto non ha vibrazioni e richiede meno sforzi dato che non c’è cambio e frizione ma è monomarcia. La portentosa coppia sempre disponibile unita alle molto meno portentose coperture Pirelli MT60 di serie che non brillano per tenuta sul viscido e alla mancanza di un qualsiasi controllo di trazione al di fuori del mio polso destro, però, mantengono svegli e cauti.

La possibilità di utilizzare la mappa “Eco” – che io avrei chiamato più che altro “Rain” – o di cucirsene una su misura al momento grazie all semplice app sullo smartphone, sono un valido aiuto a non cacciarsi nei guai.

Ho giocato con le mappature – o meglio, le modalità – nei tratti più ripidi o ghiacciati e devo dire che il gusto non ne ha risentito, specie quando ciò che conta è l’andare avanti sentendosi sicuri anziché il divertimento.

Il fatto che la moto elettrica non scaldi risulta forse più strano in inverno che in estate. Se nella bella stagione questa sua dote fa soltanto piacere, quando fa freddo invece non dispiacerebbe avere quel teporino da stufa. Ammetto che in qualche momento ho cercato i cilindri per poter scaldarmi le mani…

Autonomia e ricariche quando fa freddo

Oltre all’aderenza delle gomme, la mia principale preoccupazione era capire come si sarebbero comportate le batterie a queste temperature. Durante il normale utilizzo quotidiano non avevo riscontrato alcun calo, ma un conto è stare in città e in garage e tutt’altro affare è andare in montagna.

Posso dire di non aver notato nulla di strano. Il consumo è stato nella media così come i tempi di ricarica.

Venerdì notte ho lasciato volutamente la moto al gelo senza ricaricarla per vedere se al mattino seguente avrebbe avuto problemi. Sì, lo so, mi piace il brivido. Ebbene aveva recuperato un piccolo 1% e non ha dato alcun segno di difficoltà, mentre tante endotermiche facevano girare per minuti il motorino d’avviamento in preda ad attacchi di tosse…

Un’altra nota interessante è data dalle pendenze. All’andata sono salito di quota è ho riscontrato ovviamente un consumo maggiore rispetto agli stessi chilometri percorsi in piano. Direi tra il 5 e il 10% in più. Di contro al ritorno in discesa ho usato pochissimo il motore arrivando addirittura a superare altri motociclistici senza dare manate e soprattutto guadagnando più di un 10% di batteria che, tradotto, sono 20 km in più o, se vogliamo, la possibilità di fare la stessa distanza ma più spediti.

Diario di viaggio in vlog

Quanto mi è costato andare all’Agnellotreffen con la moto elettrica?

Prendiamo il nostro bel foglio del salumiere e facciamo due conti. Andare all’Agnellotreffen e tornare con la moto elettrica mi è costato meno di dieci euro, per approssimazione possiamo dire 8,80 euro.

Tanto? Poco? Ora ti spiego.

La prima ricarica ad Asti presso Enel X è stata piuttosto salata: ho speso 3,9 euro per imbarcare 8,67 kWh al costo di 0,45 euro al kWh. Arrivato all’Agnellotreffen ho poi scroccato una presa 220V di casa. Essendo week-end e di notte posso stimare un costo di 7 centesimi al kWh quindi per eccesso ipotizzare di aver imbarcato 14 kWh (ma erano sicuramente molti di meno) arrivo a una spesa di 0,98 euro. A questo si aggiunge la ricarica a Chivasso gentilmente offerta dal supermercato Bennet. Ho imbarcato 8,8 kWh, ma non conosco precisamente la spesa anche perché l’operatore EvWay funziona con un metodo prepagato: 5 euro corrispondono a 500 coccinelle di credito. Se ipotizzo un costo analogo a quello di Enel X siamo per eccesso a 3,9 euro.

C’è da sperare che con la diffusione i prezzi alle colonnine calino perché anche se in confronto alla benzina sono cifre irrisorie, in confronto a quanto viene pagata l’energia domestica c’è una bella differenza.

Ma il denaro non è il solo costo quando si viaggia, c’è anche il tempo e con la moto elettrica ci mettiamo di più. Quindi…

Quanto tempo ci ho messo?

Sia all’andata sia al ritorno ho impiegato più o meno lo stesso tempo ovvero 5 ore e mezza. Tantissimo per fare 250 + 250 km! Sì ma si ridimensiona se pensiamo che in quelle 5,5 ore ho anche pranzato con tutta calma, gestito i social, fatto video, telefonate… E considerando inoltre le condizioni delle strade posso dire che non è stato un grosso disagio.

Morale della favola

La morale della favola di questo Agnellotreffen in moto elettrica è piuttosto semplice e forse pure un po’ scontata: si può fare.

Come dico sempre ci sono più prese di corrente che pompe di benzina, quindi senza voler riassumere ogni singolo aspetto del viaggiare in elettrico, mi limito a dire che non è un’impresa trovare da ricaricare. Ho pensato a dove mi sarei fermato, ho controllato dal mio smartphone come sarebbe stato il punto di ricarica grazie anche ai feedback di altri utenti, ho gestito e pagato sempre dal telefonino… Insomma è un altro mondo. E una volta all’Agnellotreffen mi sono adattato come mostrato qui sotto…

Spesa totale per il viaggio: 3,95 euro. Ovvero il costo della sola prima ricarica ad Asti, l’unica a pagamento. Già perché a Pontechianale ho “scroccato” ai gentilissimi gestori de “La Buca di Bacco” e a Chivasso la ricarica è gentilmente offerta dal centro commerciale Bennet ai suoi clienti. That’s all!

Tutto rose e fiori? No, non direi. Viaggiare con una moto elettrica richiede una certa “predisposizione”. Bisogna conoscere il proprio mezzo molto bene per capire quanta strada si riesce a fare e con quale andatura; è necessario non avere fretta né quando si guida né tantomeno quand’è ora di fare il pieno; occorre non soffrire di attacchi di panico quando l’autonomia cala molto più velocemente del previsto. La “range anxiety” esiste quando si allarga il raggio d’azione come in questo caso. Le buone notizie sono che le colonnine aumentano ogni giorno e che le persone incontrate finora non mi hanno mai rifiutato una presa di corrente.

#RIDEMORE

5 comments
  1. Complimenti!
    A Lagnasco risulta una colonnina ad uso GRATUITO grazie al Comune ed agli sponsor di EVBILITY.
    Vedi sui nostri canali social foto di altra Zero moto elettrica in ricarica a Lagnasco (Cuneo)!.

  2. Ciao, ti leggo sempre con molto piacere e il discorso elettrico mi esalta sempre moltissimo soprattutto da quando ho sotto il sedere una Nissan Leaf 40kWh (ho avuto anche la 30kWh).
    Non so se rimarrai in elettrico ma nel caso ti consiglio DUFERCO ENERGIA. Una flat da 300kW a 19€/mese per i primi 6 mesi (poi passerà a 25€/mese) che ovviamente puoi utilizzare anche per le colonnine EnelX.

    Buona strada…

    1. Grazie della dritta! In realtà caricando quasi sempre a casa la notte non so quanto mi convenga un servizio flat di questo tipo, ma si tratta sicuramente di un argomento interessante che devo decidermi di approfondire prima o poi.

  3. Nicola, bellissima analisi che condivido appieno per le mie “mini-avventure” invernali nel veronese con la Zero DS. Devo ancora cimentarmi in trasferte così lunghe. Mai dire mai.

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