La moto elettrica ha poca autonomia?

Quello dell’autonomia è sempre indicato come uno dei punti più critici della moto elettrica, ma lo è veramente? E se l’autonomia è davvero così scarsa, quanto e come influisce sulla nostra esperienza di guida? Ecco come stanno veramente le cose senza falsa retorica.

Tra i miti da sfatare sulla moto elettrica questo è uno di quelli che si basa su un dato reale, ma letto in modo sbagliato: le due ruote a batteria hanno un’autonomia inferiore ma tutto sommato paragonabile a quella dei veicoli endotermici.

Il petrolio – a differenza della batteria! – è un modo molto efficace di stoccare energia ed è una delle ragioni per cui fino ad oggi le è stato preferito. Solo che, come spiegato sul “perché la moto elettrica non inquina”, per rilasciare questa energia dev’essere bruciato.

Le batterie sono uno stoccaggio peggiore del petrolio, ma rilasciano direttamente energia.

Le cose sono cambiate negli ultimi anni grazie alla chimica delle batterie e sono destinate a cambiare progressivamente nel prossimo decennio con un miglioramento progressivo.

La svolta si è avuta con le batterie agli Ioni di Litio e ora l’autonomia offerta da una moto elettrica non è affatto trascurabile: andiamo dai 70 km di un motorino fino oltre i 250 delle moto più grosse. anche se, va detto, i dati vanno sempre presi con le pinze perché molto dipende dalle condizioni di utilizzo (percorso urbano, asfalto abrasivo, salite, discese e soprattutto manetta!).

moto elettrica autonomia è sufficiente?
No panic! Può capitare di vedere lo 0%, l’importante è sapere che l’indicazione è sempre… pessimista

Se ci basiamo sulle statistiche che riguardano l’utilizzo del mezzo di trasporto, però, scopriamo che è già più che sufficiente: ci dicono infatti che gli italiani percorrono in media ogni giorno 28,8 km.

Le gite fuoriporta sono, per la maggior parte dei centauri, di un centinaio di chilometri. Anche se per fare i fighi ci raccontiamo che facciamo settordicimila chilometri ogni volta che saliamo in sella, la verità è un po’ diversa.

I dati ci dicono che circa il 60% dei motociclisti italiani non arriva a 4.000 km all’anno e meno dell’1% supera i 10.000.

Accettato questo fatto, è logico che vorremmo in ogni caso meno limitazioni, che vorremmo una moto che non si esaurisce mai. Ma questo significherebbe – analogamente a quello che avviene con il serbatoio – avere una batteria più grande e quindi più pesante e che, di conseguenza, penalizza la guida. Vogliamo una moto pesante e goffa? Non credo.

Bisogna piuttosto focalizzarsi sui tempi di ricarica. Mi spiego meglio. Una moto come la Zero DSR che uso io percorre 150 km se andiamo molto molto allegri e arriva tranquillamente a 200 km se guidiamo in modo accorto, come ho potuto constatare in vari viaggi come quello all’Agnellotreffen. Se avessi scelto un modello con il “Power Tank”, ovvero con una batteria aggiuntiva optional, arriverei a 250 km che, onestamente, è una distanza più che sufficiente per fare qualsiasi cosa.

La questione si sposta piuttosto su quanto tempo ci metto a ricaricare e quanto devo stare fermo in attesa, fattore sì che allunga il mio viaggio e – per ora – mi complica la vita.

La batteria della Zero ad esempio impiega un paio d’ore dallo 0 al 100% con una colonnina e 8 ore alla 220v domestica.

La reazione di solito: “Due ore? Siamo matti? Non posso aspettare tanto!”. Sì, ma quanto tempo passi alla trattoria? Ecco. Bisogna fare in modo di far combaciare le tue soste con quelle della moto.

Inoltre non è necessario aspettare di essere a secco per ricaricare: più soste = soste più brevi.

Per carità, non è tutto semplice, richiede di cambiare le proprie abitudini, ma ciò che intendo riportarti è che già oggi non è affatto impossibile viaggiare con una moto elettrica. Si viaggia in modo più slow, preferendo strade minori, distanze più brevi e prendendosi più pause.

Le Case costruttici stanno lavorando sempre più sulla riduzione dei tempi e ho potuto constatare già un miglioramento notevole negli ultimi cinque anni. A questo punto si passa all’osservazione immediatamente successiva: “sì ma dove ricarico? Le colonnine non ci sono…”.

#RIDEMORE

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